La tela di Draghi: “l’ambizione è portare Putin e Zelens’kyj a colloquio”

Lorenzo DElla Corte

«La Nato è unita, senza sfumature. Le sanzioni dovranno essere efficaci ma sostenibili per l’Italia». Queste le parole rilasciate dal presidente Draghi al termine della conference tra i vertici dell’Alleanza atlantica. Un messaggio chiaro, sia per la Casa Bianca che per il Cremlino: l’Europa c’è, è al fianco dell’alleato americano ma le sanzioni che dovranno essere applicate contro Mosca non potranno avere né natura preventiva, ipotesi sostenuta da Washington, né, tantomeno, colpire indirettamente l’Italia o l’Unione Europea. 

In vista dell’ormai prossima visita di Mario Draghi in terra russa, il premier italiano, nonostante i continui allarmi lanciati dal Pentagono, detta la linea da perseguire: perseverare sul sentiero della diplomazia. 

«Dobbiamo tenere aperte tutte le possibilità di dialogo in qualunque formato, l’ambizione è portare tutti allo stesso tavolo, noi dobbiamo fare il possibile perché ciò avvenga», ha precisato il premier.

Dopo i tentativi del presidente Macron e del cancelliere Scholz, dunque, sarà compito del presidente del consiglio Draghi tentare di costruire i presupposti affinché sia possibile organizzare un incontro tra Putin e Zelens’kyj. 

«La richiesta di mediazione è arrivata da parte del presidente d’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj, durante la sua ultima conversazione telefonica con il presidente del consiglio Mario Draghi», ha affermato all’Adnkronos l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, sottolineando come Zelens’kyj abbia ribadito più volte «che vuole incontrare il presidente Putin per parlare della possibilità di calmare la situazione, ma fino ad ora la parte russa ha sempre negato tale iniziativa». L’ambasciatore, proprio a tal proposito, ha tenuto a ringraziare Draghi per aver accettato la loro richiesta, in quanto per Kiev il dialogo diplomatico permane l’unica soluzione percorribile e la mediazione di Palazzo Chigi potrebbe risultare determinate.

L’Italia, quindi, ha la chance di tornare a giocare un ruolo chiave in questa guerra diplomatica tra Nato e Russia. Sul tema è intervenuto l’ambasciatore Massolo che, commentando all’Adnkronos la veste che dovrà indossare il premier, ha sottolineato come i rapporti storici, politici, culturali ed economici tra Roma e Mosca rappresentano un capitale che Mario Draghi potrà spendere in favore della conciliazione tra Washington, Kiev e Mosca: «noi siamo meno assertivi della Francia e meno timidi della Germania e quindi siamo posizionati bene per fare questo tentativo. Un tentativo – ha puntualizzato il presidente dell’Ispi – che non è velleitario né fatto a titolo individuale, ma condotto all’interno di un contesto coordinato con l’Europa».

Proprio in virtù di tali rapporti, non solo Putin a fine anno aveva già invitato il presidente del consiglio italiano per una visita ufficiale, ma oggi si è anche reso disponibile a mantenere e, altresì, aumentare la fornitura di gas per l’Italia. Proposta che, seppur apprezzata, Draghi ha tenuto a precisare non implicherà alcun atteggiamento accondiscendente da parte di Roma.

Riuscirà Draghi dove altri hanno fallito? In Italia e in Europa lo sperano, altrove chissà.