L’alert lanciato dalle Fiamme Gialle protagonista sui social

Samanta Sarti

 

Ha raggiunto in sole 24 ore, il 9 Maggio, ben 3.500 azioni di engagement (fonte dati: Data Web, Gruppo Data Stampa) l’alert lanciato dalle Fiamme Gialle in seguito alle numerose segnalazioni raccolte in un paio di settimane. Gli utenti raggirati hanno ricevuto una mail da un indirizzo di posta “fasullo” (gdf.gov.it@minister.com) con la richiesta urgente di documentazione contabile e fiscale a fronte di una presunta evasione. La Guardia di Finanza è assolutamente estranea all’invio di queste mail: comunica con i cittadini solo attraverso posta elettronica certificata. Tra le varie procedure consigliate per evitare di cadere in trappola, senza dubbio quella di cancellare il messaggio senza aprirlo. Altrimenti, segnalare l’accaduto al più vicino reparto della Guardia di Finanza o al numero 117.

La notizia di un’altra truffa, questa volta legata a falsi siti di e-commerce, specializzati in prodotti del settore tecnologico, ha raggiunto, in data 11 Maggio, 1.700 azioni di engagement. Le indagini, scaturite a seguito di una querela presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad acquistato, hanno portato ad identificare ben 49 siti di vendita fittizi. Sul territorio nazionale sono salite a 350 le denunce. Secondo quanto riferito dagli investigatori, l’organizzazione criminale aveva una base in Italia e l’altra in Romania, dove sono state eseguite gran parte delle operazioni informatiche più complesse, di phishing, mediante furto di dati sensibili e spostamento dei flussi dei proventi illeciti. L’odierna operazione internazionale, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha visto impegnati, sul territorio nazionale, gli uomini dei Compartimenti di Milano, Venezia e Roma; sul territorio rumeno, gli investigatori dei DIICOT (Dipartimenti Investigativi per la lotta al crimine organizzato e terrorismo) di Bucarest e di Pitesti.

Al momento poco ripresa in Italia, circa 200 azioni, la notizia che IBM Security ha presentato una versione cloud della tecnologia cognitiva, chiamata Watson, specificamente addestrata sul tema della sicurezza IT. Il progetto è molto complesso e per accrescere ulteriormente le serie di dati su cui il sistema si basa, Ibm, a partire dal prossimo autunno, collaborerà con importanti università per istruire ulteriormente Watson alla comprensione del linguaggio in ambito cyber security; tra gli atenei coinvolti: la California State Polytechnic University di Pomona, la Pennsylvania State University, il Mit, la New York University, l’Università del Maryland della Baltimore County (Umbc), l’Università di New Brunswick, l’Università di Ottawa e l’Università di Waterloo. Le testate online estere, che hanno iniziato giorni fa a diffondere la notizia, presentano numerosi ed interessanti approfondimenti su pro e contra insiti in Watson.