Nuovi approcci con la performance al centro: People Analytics e Gamification, gli studi e i metodi nella formazione di Choralia

redazione

Crisi personale o emotiva sul posto di lavoro, un crescente fabbisogno di nuove competenze, leader sempre più sottopressione e con la necessità di trovare un altro modo per concepire il proprio ruolo.  Nello scenario attuale molte aziende, grandi o piccole che siano, hanno visto sfumare i propri profitti per la mancanza di investimenti su ciò che ogni impresa ha di più prezioso: le Risorse Umane. Lavorare sulle competenze funzionali delle persone e sul clima aziendale con l’obiettivo di far crescere il business delle aziende   in modo coinvolgente e ingaggiante è la mission di Choralia (https://www.choralia.com/), società innovatrice nel campo delle Risorse Umane che ha ripensato la formazione utilizzando data science e tecnologie digitali per l’analisi e lo sviluppo delle competenze utili a determinare la crescita e il successo delle organizzazioni, In un momento di forte cambiamento, l’approccio data-driven di Choralia permette di far parlare i dati HR con quelli del Business e, sulla base di questi, evidenziare le competenze che rappresentano una reale opportunità di ritorno dell’investimento. L’applicazione di analisi statistiche inferenziali, unito ad una solida ingegneria didattica e a metodi di Gamification, ha portato la società ad avere, nel primo bimestre 2021, un incremento del fatturato del 50% rispetto al 2019, ultimo anno prima dello scoppio della pandemia Covid-19, aumento che arriva al +110% se confrontato con il primo bimestre 2020. 

Choralia, termine latino che sta ad indicare “tante voci che producono un suono armonico”, nasce nel 2001 dall’intuizione di Claudio Zamagni, CEO di Choralia e Subject Matter Expert della tecnica di People Analytics, e Lorenzo De Grandi, Presidente di Choralia. Formata da un team di oltre 20 esperti, la società opera seguendo un approccio blended in cui unisce Learning Experience tramite formazione digitale, Learning Games, formazione interattiva anche in classi virtuali, lavoro pratico sul campo e coaching per migliorare l’organizzazione aziendale partendo dal bene più prezioso di ogni azienda: le Risorse. La società ha oggi all’attivo oltre 50 clienti tra le 500 Top aziende di Fortune.

“L’applicazione di metodi analitici allo sviluppo delle Risorse Umane può costituire uno strumento prezioso sia per un miglioramento qualitativo sia per un più elevato ritorno dell’investimento sui dipendenti. Con il People Analytics ci si riferisce proprio a quei metodi di analisi che possono aiutare i manager a prendere decisioni sul personale e sulle loro competenze: applicando statistiche, tecnologie e metodi a grandi moli di dati circa il 

comportamento dei collaboratori, i risultati portano a prendere decisioni e a trovare soluzioni migliori e più efficienti, sia in termini di tempi, sia di ritorno dell’investimento”, spiega Claudio Zamagni, Amministratore Delegato di Choralia.

L’approccio di People Analytics rappresenta un nuovo fronte di miglioramento per la maggior parte dei dipartimenti Human Resources, come analizza lo stesso Claudio Zamagni nell’articolo “Aumentare la competitività con il People Analytics” pubblicato dalla rivista scientifica Harvard Business Review Italia. Guidare il ritorno sugli investimenti fatti sulle persone è ciò che lo strumento proprietario di People Analytics VANTIC® è in grado di descrivere tramite rigorose analisi statistiche. VANTIC® è un Decision Support System che aiuta a prendere delle decisioni di investimento sulle persone partendo dall’analisi specifica dei dati HR per intervenire in modo mirato sui comportamenti da incentivare o correggere, così da migliorare l’organizzazione aziendale e il processo di sviluppo delle competenze. Si tratta di un modello estremamente promettente per l’Italia – e già collaudato in paesi come gli Stati Uniti – che determina un approccio realmente orientato ai risultati e oggettivamente “data-driven”. 

Investire nella formazione delle proprie persone aumenta i margini di profitto del +24% 

Sugli investimenti in formazione da parte delle imprese si è espressa  la Association for Talent Development, la più importante associazione internazionale per lo sviluppo delle competenze, che ha effettuato un’indagine su più di 2.500 aziende americane rilevando che chi offre una formazione più completa a dipendenti e collaboratori, su molteplici argomenti, ha registrato un netto miglioramento dei ricavi rispetto a quelle che non lo hanno fatto. E non solo i ricavi sono stati superiori: secondo la ricerca, a fronte di un investimento per la formazione da parte dei datori di lavoro di 1.500 dollari per dipendente all’anno, si ottengono miglioramenti dei margini di profitto di circa il 24%. L’analisi di Choralia va più nel dettaglio, entrando nel merito delle competenze che hanno il maggiore impatto sui risultati. É in questo campo che entrano in gioco i People Analytics: analizzare caso per caso, in termini sia di Risorse sia di settore in cui il metodo viene applicato, consente di trovare le aree più promettenti su cui investire.

“Molte aziende italiane si trovano ad affrontare sfide complesse per essere concorrenziali, a cui devono rispondere velocemente e in maniera efficace. Non è sufficiente investire su tecnologie, processi e strumenti: spesso sono le persone con i loro comportamenti e le loro competenze il fattore chiave di successo per vincere queste sfide. Lo sviluppo delle competenze utili è, pertanto, una leva strategica fondamentale per raggiungere i risultati attesi”,commenta Lorenzo De Grandi, Presidente Choralia.

Rafforzare le competenze in modo ingaggiante: Gamification e persone al centro per un maggiore ritorno di investimento

Il Digital Learning e l’utilizzo di Learning Games per favorire l’apprendimento sono tra i temi caldi trattati anche all’interno della European Conference on Digital Psychology – ECDP 2021, la prima Conferenza Europea sulla Psicologia digitale, che evidenzia come la connessione tra psicologia e tecnologia stia assumendo sempre più rilevanza nel campo della formazione. Secondo i report presentati all’interno della Conferenza dello scorso febbraio 2021, nell’ultimo decennio si è assistito ad un aumento degli studi sulla gamification, termine che indica l’utilizzo di elementi di gioco in contesti non ludici – sia analogici che digitali – per proporre attività coinvolgenti tramite dispositivi mobili apprezzati dagli utenti, ma anche progettare strumenti personalizzati che rispondano alle esigenze dell’utente. Le ricerche fino ad ora condotte hanno dimostrato che l’applicazione della gamification in aula, nelle organizzazioni o negli interventi riabilitativi porta al soddisfacimento dei bisogni di relazione, di competenza e di autonomia, sottostanti alla motivazione intrinseca.

“Trasformare un corso di formazione con la Gamification significa attingere ad una delle forze più antiche del mondo: il gioco. Tutti giochiamo, investendo tempo ed energie a svolgere compiti apparentemente ripetitivi – ma lo facciamo con piacere, per il solo gusto di farlo. Questo perché un gioco – se ben progettato – riesce a stimolare diverse motivazioni individuali: la competizione, il divertimento, il collezionismo, la socialità e così via. Attingere a queste risorse per aumentare la motivazione sul lavoro o su un percorso formativo risulta molto utile, con miglioramenti a doppia cifra su tutte le metriche – dalla partecipazione/completamento dei corsi all’apprendimento, al trasferimento sul campo. Spesso oggi si confonde la gamification con l’inserimento di punti, badge e classifiche in una app o strumento digitale, ma la vera potenza sta nella creazione di esperienze ludiche complete – i Learning Games – che rendono la formazione digitale stessa un gioco interattivo”, spiega Federico Vigorelli, partner di Choralia, docente di Digital Learning e Gamification presso la 24Ore Business School ed autore del libro “Smart Selling. Usare il digitale per aumentare i risultati di vendita.”