Padova, GdF contro gli affitti in nero

Tiziana Montalbano

In una città universitaria, polo di attrazione per decine di migliaia di giovani provenienti da altre province o regioni, le prime vittime del mercato nero degli affitti sono gli studenti. Per questo la Guardia di Finanza di Padova con la collaborazione di Comune, Università, E.S.U. e U.L.S.S. 16, ha attuato un progetto coordinato dal Comando Regionale Veneto per combattere la cultura degli affitti in nero. Due gli obiettivi: smascherare i cittadini fiscalmente disonesti che evitano scrupolosamente di pagare le imposte sfruttando gli studenti; dall’altro, attraverso una massiccia campagna di conoscenza sui rischi legati al mercato nero degli affitti, fornire agli studenti consigli per cogliere al volo agevolazioni, benefici, opportunità spesso poco conosciute. La strategia è chiara: più peso all’intelligence e alle sinergie, meno controlli di massa. La condivisione e l’incrocio con Comune, Università, E.S.U. e U.L.S.S. 16 di decine di banche dati hanno consentito di selezionare centinaia di situazioni caratterizzate da indici di “pericolosità”. In particolare sono stati analizzati i dettagli riferiti alle registrazioni dei contratti d’affitto: dall’allaccio delle utenze luce, gas acqua, all’I.C.I., alla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, alla residenza, agli utenti dei medici di base, agli accessi presso le biblioteche universitarie e molti altri che sono memorizzati telematicamente. Il ritratto che emerge dai primi 6 mesi di accertamenti fotografa un quadro desolante e un mercato tutt’altro che generoso nei confronti degli studenti. Gli interventi sino ad ora svolti su una cinquantina di situazioni tra le centinaia selezionate, sono risultati positivi in oltre l’80% dei casi ed hanno già consentito di accertare un’evasione di oltre 700.000 euro nonché di sequestrare 5 immobili del valore di 1 milione di euro, locati a pseudo studentesse sudamericane e utilizzati per tutt’altra “professione”. Le richieste di affitti vanno da 180 a 300 euro al mese a posto letto talvolta in camere doppie e triple di pochi metri quadri. Tra i casi più singolari quello di fratello e sorella, l’uno imprenditore e l’altra insegnante, proprietari di 34 immobili sparsi fra città e provincia. Affittavano a tutti: studenti, pensionati ed extracomunitari ma evitando sempre scrupolosamente di pagare le imposte. Spesso il contratto d’affitto c’era, l’inquilino pagava il canone, ma i due locatori, allergici al fisco, dichiaravano solo il 10%. In 4 anni dal 2004 al 2007 si sono “dimenticati” di “segnalare” un imponibile pari a 500.000 euro. E’ stata ricostruita anche l’origine dell’ingente patrimonio immobiliare. Emblematica anche la desolante situazione di una ragazza madre di origine ungherese che per un appartamento fatiscente, con problemi di umidità, muffa e privo di acqua calda, pagava mensilmente, rigorosamente in nero, il 50% degli 800 euro pattuiti con la proprietaria. E ancora, il caso di un’intera palazzina, di proprietà di un facoltoso imprenditore, locata sempre in nero a universitari italiani e cittadini rumeni e quello di un appartamento (zona Portello) concesso in locazione a 3 studenti cinesi, costretti a vivere “stipati” in 20 metri quadri, arredati con un “comodo” letto a castello. Non solo repressione ma anche massiccia campagna di prevenzione per scoraggiare il ricorso a pratiche d’affitto illegali. A tutte le 13.000 matricole dell’Università di Padova, è in fase di distribuzione un prontuario – pubblicato anche in internet – per trovare casa senza “fregature”, dribblando gli affitti in nero, utilizzando agevolazioni ed opportunità spesso poco conosciute: benefici fiscali, servizi abitativi di enti ed istituzioni, contratti concertati, fondo di locazione, regole “d’oro” per non incorrere in problemi, modulistica, recapiti utili, etc.