A seguito di una collaborazione tra la Polizia postale e la Polizia federale brasiliana, la Procura di Catania ha disposto perquisizioni domiciliari in varie città d’Italia nei confronti di 9 soggetti italiani indagati per divulgazione di video pedo-pornografici mediante la rete internet. A Roma, nel corso delle attività, uno degli indagati è stato tratto in arresto in flagranza di reato. L’indagine del Compartimento Polizia Postale di Catania, ha riguardato il contrasto della divulgazione di materiale pedo-pornografico su Internet tramite il programma peer-to-peer denominato E-mule. In particolare, mediante un sofisticato programma, messo a punto dai poliziotti brasiliani, sono stati identificati 97 utenti in ventotto Paesi (Germania, Brasile, Italia, Russia, Francia, Stati Uniti, Canada, Spagna, Polonia, Danimarca, Cina, Olanda, Giappone, Argentina, Svizzera, Belgio, Ucraina, Bahrein, Inghilterra, Venezuela, Bulgaria, Egitto, Austria, Slovacchia, Svezia, Messico, Slovenia, Portogallo) che, in un dato periodo, avevano divulgato almeno 20 file pedopornografici in 5 giorni diversi utilizzando il programma di file sharing Emule. Poiché la Polizia postale di Catania stava svolgendo una simile attività investigativa si è realizzato il necessario coordinamento e scambio di informazioni tramite il Centro Nazionale di Contrasto della Pedo-pornografia On-line (CNCPO) della Polizia postale di Roma. Gli indagati acquisivano e diffondevano sulla rete internet video di pornografia minorile, utilizzando il citato software di file sharing. Le città interessate dalle perquisizioni in Italia sono state: Catania, Firenze, Milano, Pesaro, Roma, Sondrio, Teramo, Treviso e Trieste. L’arrestato un 41enne, impiegato, di Roma deteneva oltre 14.000 file, immagini e video, contenenti scene di sesso esplicito tra adulti e soggetti minori tra i 5 ed i 6 anni. Numeroso il materiale informatico sequestrato durante le perquisizioni.