Pirateria stradale, tutti i dati Asaps

red

Sono 482 gli episodi di pirateria stradale osservati dall’Osservatorio il Centauro-Asaps nel corso del 2009: 91 persone uccise, 592 quelle ferite. Gli eventi passati al setaccio dallo speciale Osservatorio istituito dall’associazione forlivese sono senz’altro quelli più gravi, ed offrono spunti di riflessione estremamente interessanti: il 75,5% degli autori viene smascherato, mentre “solo” il 24,5% resta ignoto. Si tratta quindi di uno dei reati meno “garantiti” in assoluto. I dati saranno illustrati sul numero di febbraio de il Centauro in un articolo intitolato PiratItalia – Un fenomeno da seguire. Nel 2010, alla data del 26 gennaio, l’Osservatorio ha già registrato 38 episodi con 11 morti e 42 feriti.Continuano a migliorare le tecniche investigative, ma crescono anche la sensibilità e la capacità degli inquirenti, che non tralasciano più alcun particolare. In effetti, su 482 inchieste, 364 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato in 173 occasioni (47,5% delle individuazioni) e denunciato a piede libero in altre 191 (52,5%). Su tutti questi eventi pesa, come un macigno, l’ombra dell’alcol e delle droghe: in ben 134 casi (36,8%) ne è stata accertata la presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile”. Bisogna infatti considerare che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 364 su 482. Spesso quando le forze di polizia identificano l’autore non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o giorni dall’evento. Gli eventi mortali sono stati 86 (17,8%), mentre quelli con lesioni 396 (82,2%), con 91 vittime e 592 persone finite in ospedale. L’osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave, quelli che bucano la cronaca o che i nostri 700 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi standard di riferimento. Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Il 25% dei pirati identificati è risultato essere forestiero. Stiamo parlando di 91 conducenti su 364. Un elemento che conferma altre nostre precedenti analisi sulla sinistrosità, riferite alla presenza di stranieri, anche in qualità di vittime, sul fenomeno. Per l’appunto, i cittadini stranieri vittime di pirati sono 66, il 13,7% del totale di morti e feriti. Il 59,8% degli atti di pirateria – 288 contro 194 – avviene di giorno. Gli episodi osservati, abbiamo visto, sono stati 482, ben 159 in più rispetto ai 323 del 2008: sappiamo che i canali di segnalazione degli eventi si sono affinati, ma è fuori discussione che gli eventi abbiano subito una netta crescita, pari al 49,2%. Le vittime mortali sono state 91, rispetto alle 93 del 2008 con un modesto calo del 2,15%, mentre il numero dei feriti ha toccato la cima di quota 592, nel 2008 si era fermato a quota 331, l’incremento in questo caso è notevole +78,9%. Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 78 sono i minori coinvolti, 62 gli anziani, rispettivamente l’11,4% ed il 9,1%. Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 31, 5 dei quali rimasti uccisi (5,5%) e 26 feriti (4,4%). I pedoni sono la categoria più tartassata, con 218 eventi: 48 morti, pari al 52,7% dei decessi complessivi, e 195 feriti (32,9%). Infine i ciclisti: 40 gli episodi, con 8 lenzuola bianche (8,8%) e 26 ricoveri (4,4%). La geografia degli episodi vede al primo posto la Lombardia, con 69 casi (14,3%), al secondo il Lazio con 64 eventi (13,3%), e poi Emilia Romagna con 57 (11,8%), seguono Sicilia e Veneto con 38 (7,9%). 2 soli episodi in Basilicata e Friuli Venezia Giulia (0,4%). L’identikit del pirata? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età compresa tra i 18 ed i 44 anni (solo 22 le piratesse, pari al 6%), spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decidono di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patante e lo stesso documento di guida. In netta crescita i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false. Le pene, peraltro, non spaventano il pirata: da sei mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe vedere processi veloci e condanne certe.