Polizia di Stato di Messina arresta 6 persone per turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione

redazione

La Polizia di Stato di Messina ha eseguito un provvedimento restrittivo, emesso dal GIP del Tribunale di Messina, nei confronti di 6 soggetti ritenuti responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione.
Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadre Mobile di Messina e della Sezione di P.G. presso la Procura di Messina, si riferiscono ad una vicenda di turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto del C.A.S. (Consorzio per le Autostrade Siciliane), pubblicata nel 2013, per l’affidamento dei lavori di costruzione del tronco dell’autostrada Siracusa – Gela.
La commissione di gara, composta da professionisti designati dal Ministero delle Infrastrutture, ha investito della fase valutativa delle offerte anomale, una sotto-commissione composta da dirigenti e consulenti del CAS e presieduta dal dirigente del CAS e RUP del procedimento.
La sub-commissione ha valutato positivamente le giustificazioni della RTI Condotte D’Acqua Spa (mandataria) e Cosedil Spa (mandante) che aveva ottenuto il maggior punteggio, e conseguentemente il Consiglio Direttivo del CAS ha affidato l’appalto alla RTI, mediante un contratto stipulato a luglio 2014 (per un valore dichiarato di € 289.560.523).
Tuttavia, durante la trattazione dei ricorsi giurisdizionali presentati dalle ditte classificatesi alle spalle della Condotte (Tecnis spa e Sics spa), il TAR di Catania ha censurato la condotta della sub-commissione di gara, ritenendo che non avesse condotto i necessari approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale dell’offerta di Condotte, che avrebbe comportato, a fronte di una modifica strutturale di alcuni elementi dell’opera, una nuova approvazione del progetto da parte dei competenti organi di controllo (Genio Civile e Ministero delle Infrastrutture).
Il Giudice Amministrativo ha disposto, quindi, la trasmissione degli atti alla Procura di Messina, che ha avviato le articolate indagini, corredate da servizi tecnici.
L’attività investigativa, ha rilevato presunte anomalie nello svolgimento dei lavori della sub-commissione e l’esito della procedura di gara era stato determinato da condizionamenti esterni riconducibili ai vertice del CAS ed a consulenti dell’impresa CONDOTTE, collegati ad ambienti politici ed amministrativi della regione siciliana.
Dall’analisi accurata dei subappalti proposti dalle imprese appaltatrici e approvati dalla stazione appaltante, ha rilevato la presenza di un singolare affidamento di servizi di consulenza legale e amministrativa, espressamente vietato dalla legge, ad una società di Milano, per l’importo di € 1.650.000.
La società era in realtà una scatola vuota, facente capo ad uno dei soggetti arrestati, il quale a sua volta si avvaleva della collaborazione esterna di uno studio di un avvocato palermitano, il quale in passato aveva avuto incarichi presso la regione e ricevuto consulenze da parte del CAS.
Dalle intercettazioni è emerso che i suddetti consulenti, ancor prima di ricevere qualsiasi formale incarico, erano stati poi premiati con un contratto assai remunerativo, per seguire anche la fase successiva, con l’evidente funzione di assicurare “una morbida gestione dell’appalto”.
Nell’indagine figurano anche altri 5 indagati.
Le misure, due di custodia cautelare in carcere e quattro di arresti domiciliari, sono state eseguite anche dai poliziotti delle Squadre Mobili di Roma e Palermo.