Trecento "giovani a rischio" e 50 educatori coinvolti in un percorso didattico e formativo basato sul rispetto della prevenzione come presupposto di convivenza civile. Il direttore Silenzi: "Un’iniziativa che potenzia al massimo il valore sociale della mission del nostro Istituto"
"Figli" di una cultura sociale distorta e impositiva, malgrado l’età, hanno alle spalle un passato difficile che li ha portati a contatto con la criminalità e il carcere: esperienze traumatiche che rendono loro particolarmente difficile la possibilità di un autentico reinserimento nella vita di relazione e professionale. Sono i "giovani a rischio" – definizione che, come tutte le etichette, brutalizza inevitabilmente la complessità dei vissuti – i destinatari di un progetto in materia di prevenzione di grande importanza finanziato da INAIL Campania e promosso in collaborazione con l’associazione Jonathan Onlus, il ministero della Giustizia (dipartimento Giustizia minorile) e Indesit Company spa.
Dalla didattica alla pratica. "Security & safety – Percorso formativo ed educativo per i minori dell’area penale" si propone, infatti, di educare un gruppo di 300 minori e giovani adolescenti in custodia cautelare o in misura cautelare presso una decina di comunità del pubblico e del privato campane sui temi della prevenzione e della legalità. Si tratta di un totale di 120 ore di lezione, nel rispetto di un approccio incentrato, da una parte, sulle norme e i comportamenti relativi ai temi della sicurezza nei luoghi di lavoro e, dall’altra, sui più generali aspetti etici e i risvolti sociali della materia (il lavoro, la sicurezza e la legalità nella società moderna, affrontati con forte attenzione all’inclusione e, dunque, ai temi dell’immigrazione, della condizione femminile, della disabilità e della diversità). Nella parte didattica, ancora, è compreso un ulteriore modulo di 25 ore durante il quale i ragazzi verranno sollecitati a riflessioni attinenti il rischio e la devianza e, in particolare, al fenomeno del bullismo. Previsto, infine, anche un momento di training negli stabilimenti Indesit Company di Teverola e Carinaro.
Prevenzione e legalità: due facce della stessa medaglia. "Credo che l’aspetto realmente qualificante di questo progetto sia considerare la prevenzione e la legalità due facce della stessa medaglia – afferma Emidio Silenzi, direttore INAIL Campania – Ovvero, comunicare e insegnare ai ragazzi che il rispetto delle norme sul lavoro è legato a filo stretto a quello più generale delle norme del vivere civile e della collettività. Naturalmente il primo percorso formativo sarà curato personalmente da esperti e professionisti dell’Istituto, mentre il secondo competerà al personale dell’associazione Jonathan". ‘Safety’ e ‘security’, dunque, come aspetti diversi di un unico processo condiviso e principi che – in un più ampio significato di evoluzione sociale – vedono la promozione della cultura del lavoro essere anche sinonimo di legalità e sicurezza in tutte le sue accezioni.
Coinvolti anche gli operatori e gli educatori. Ma i ragazzi non saranno i destinatari esclusivi del progetto. Insieme a loro, infatti, verranno coinvolti anche 50 operatori delle comunità e dei centri di giustizia minorile. "Rivolgerci anche agli educatori ci è sembrato un passaggio imprescindibile per conferire ancora più solidità culturale alla nostra iniziativa", continua Silenzi. Chiamati all’ascolto, alla presa in carico, al controllo e alla costruzione di percorsi di crescita e di responsabilizzazione dei "giovani a rischio", questi formatori spesso devono farsi carico del compito arduo, e pieno di contraddizioni, di sopperire alla crisi di tutte le altre agenzie di socializzazione. "Per questi giovani loro rappresentano, più che mai, dei promotori della cultura della sicurezza e della legalità – valuta Silenzi – Il nostro obiettivo è fornire loro degli strumenti più incisivi d’intervento ai quali potere fare riferimento in futuro".
Dopo la formazione, il training. Il progetto prevede anche una fase di laboratorio (attività di orticoltura, nel terreno dell’associazione), dove i ragazzi potranno mettere in pratica quello che hanno appreso a lezione. "E’ un contesto complementare alla parte più strettamente educativa – aggiunge Silenzi – dove l’attività formativa potrà dare concretamente i propri frutti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che lo sbocco del progetto è il futuro inserimento professionale di questi giovani. Dalle esperienze condotte dall’associazione Jonathan sappiamo che dopo il training (in passato presso Indesit) dieci ragazzi hanno avuto un lavoro a tempo indeterminato e 18 uno a tempo determinato. Speriamo che adesso, anche grazie all’INAIL, questi numeri possano essere significativamente incrementati".
Il lavoro come strumento autentico di reinserimento. Vero obiettivo del progetto, in definitiva, è l’acquisizione di un nuovo modello culturale che favorisca l’ingresso stabile nel mondo del lavoro per questi ragazzi. Un obiettivo che assume un significato formativo ancora più basilare e diventa uno dei cardini più importanti del processo di risocializzazione grazie a una duplice valenza: non solo come tappa fondamentale per il ciclo di vita di un individuo in quanto "giovane", ma anche come mezzo indispensabile di riscatto sociale per lo stesso individuo in quanto "a rischio". "Una persona che crede, in modo autentico, nel rispetto delle regole del mondo del lavoro difficilmente potrà delinquere – conclude Silenzi – Questa è una convinzione che abbiamo radicata e che motiva, ogni giorno, l’impegno del nostro Istituto. Ecco perché crediamo così fortemente nel progetto "Security & safety": per il senso di sfida, positivo e importante, di dovere agire in un ambito educativo così delicato, eppure fondamentale, della società. Un ambito che potenzia al massimo il significato della prevenzione e, insieme, l’alto valore sociale della mission dell’INAIL".
Fonte: Inail.it