Programma di Governo: commento dell’Associazione Nazionale Risk Manager

redazione

ANRA, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, nell’analizzare e valutare dal punto di vista del risk management il Documento Programmatico del nuovo Governo, esprime particolare soddisfazione relativamente a quattro punti del programma: al Green New Deal, alla messa in sicurezza del territorio, al rafforzamento dell’export e del made in Italy e al settore agroalimentare.
Secondo Alessandro De Felice, Presidente ANRA, con l’intenzione del Governo di realizzare un Green New Deal (punto 7), “finalmente si riconosce in maniera ufficiale a livello nazionale un trend che sta sempre più guidando il mercato internazionale. Negli ultimi anni i valori di sostenibilità sono diventati imprescindibili, in parte perché legati al rispetto delle normative esistenti in materia ambientale, sociale e di governance, in parte perché tutti gli stakeholder si attendono sempre più comportamenti etici e virtuosi da parte delle imprese. ANRA sostiene da tempo che il governo del rischio è una delle colonne portanti della sostenibilità d’impresa nelle aziende più mature; ne è esempio il fatto che già dal 2015 il Codice di Autodisciplina delle Società Quotate di Borsa Italiana preveda la costituzione in seno ai Consigli di amministrazione di comitati con la responsabilità di presidiare da un lato la gestione e il governo dei rischi e dall’altro le tematiche di sostenibilità (in molti gruppi tali responsabilità confluiscono nello stesso comitato consiliare). La recente introduzione della normativa sulla Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) con il D.Lgs. n.254 /2016, ha rappresentato un ulteriore passo avanti verso l’adozione di politiche finalizzate alla responsabilità sociale d’impresa e dato vita ad elementi di ulteriore aggregazione con il risk management. La speranza è che con questo punto del programma il Governo realizzi attività e piani che avranno una conseguenza a cascata e coinvolgano in un disegno di sostenibilità diffusa anche le PMI”.
Un altro punto accolto positivamente da ANRA, è quello relativo al potenziamento delle politiche per la messa in sicurezza del territorio e per il contrasto al dissesto idrogeologico (punto 9): “È importante che la popolazione e i territori locali siano sensibilizzati in merito a questo tema e che vengano coinvolti nelle azioni che il Governo deciderà di intraprendere in merito” – commenta De Felice. – “L’Italia ha tradizionalmente un approccio fatalista anziché di gestione del rischio: basti ricordare che su 13 milioni di abitazioni assicurate, solo 800mila hanno un’estensione contro le catastrofi naturali, nonostante il 60% della ricchezza degli italiani sia di tipo immobiliare e il 44% del territorio sia ad alto rischio sismico. Anche tra chi gestisce i beni pubblici si è diffusa negli anni passati un’errata concezione di ‘cultura dell’emergenza’, interpretata nel senso di abituarsi a uno stato emergenziale perenne, quando invece dovrebbe voler dire codificare prassi condivise, protocolli che includano il settore privato, quello peritale, quello del ripristino dei danni e quello assicurativo. Che tutto ciò venga finalmente riconosciuto e incluso in un programma istituzionale è un segnale positivo che fa ben sperare”.

Rispetto al punto 28 del Documento Programmatico di Palazzo Chigi, relativo all’importanza di rafforzare l’export e sostenere il Made in Italy, De Felice sottolinea come ci siano tutti gli elementi che ANRA da sempre sottolinea come fondamentali per far crescere e sostenere l’attività di export delle imprese italiane: analisi e mappatura geopolitica dei rischi, considerazioni sulla compliance nei diversi paesi, gestione dei programmi assicurativi internazionali. “La mappa dei rischi Sace è uno studio su cui da anni portiamo l’attenzione” – dichiara il presidente ANRA – “e che viene utilizzata come base per strutturare modelli di condivisione dei rischi tra le imprese nostre socie e gli attori del settore assicurativo. Le previsioni per il 2019 invitavano a considerare principalmente le turbolenze nei paesi emergenti, il rallentamento dell’economia statunitense, le azioni di protezionismo, la volatilità del mercato azionario Usa, il crescente indebitamento globale e le conseguenze di una Brexit non regolata da accordi. Previsioni che le imprese che fanno Risk Management considerano e includono nelle proprie strategie con il dovuto anticipo, e che si rivelano una bussola affidabile nelle attività con l’estero”.
Un ulteriore punto del programma su cui ANRA richiama l’attenzione è il numero 29, relativo al settore agricolo e agroalimentare, che rappresentano settori strategici ed una delle principali componenti dell’export per il nostro Paese con un valore di circa 41 miliardi di euro l’anno. “Questi settori – fa notare il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Risk Manager – sono allo stesso tempo anche quelli esposti a numerosi fattori di rischio: dai cambiamenti climatici alla crisi idrica, dai dazi doganali imposti dai paesi che stanno adottando politiche protezioniste alla mancata tutela del marchio al di fuori dei confini europei. Negli USA, ad esempio, dopo il fallimento dei trattati per il TTIP (formalmente ancora in sospeso dai primi negoziati del 2013) oggi possono circolare ed essere legalmente venduti una serie di prodotti che imitano per nome e composizione quelli italiani, causando una situazione che, oltre a togliere potenziale mercato al nostro export, può causare danni in termini reputazionali e di immagine. Diventa dunque strategico adottare provvedimenti e politiche finalizzate alla lotta contro lo sfruttamento dell’Italian Sounding ed alla tutela dell’originalità delle nostre eccellenze”.