Rapinare farmacie è più difficile

Paola Fusco

Nell’ultimo anno si è registrato un netto calo del numero delle rapine a danno delle farmacie: si è passati dai 1.409 colpi del 2008 ai 680 del 2009. Praticamente la metà. Segno che l’azione di contrasto delle forze dell’ ordine, contro un fenomeno che a detta dei farmacisti stava diventando una vera e propria piaga, e’ stata decisa. E che i controlli hanno funzionato. E’ quanto emerge dai dati dello Sdi (Sistema d’ indagine) del ministero degli Interni, forniti all’ Adnkronos Salute da Federfarma, la Federazione dei titolari di farmacia, che invita pero’ a non abbassare la guardia: "Il fenomeno desta ancora preoccupazione", spiega il presidente Annarosa Racca. "In alcune zone – sottolinea – le farmacie sono ancora considerate dei bancomat dove prelevare all’ occorrenza".

In effetti, dall’ analisi dello Sdi, in alcune regioni, soprattutto in Lombardia, il numero dei ‘ colpi’ e’ ancora alto: oltre 200. Anche se c’ e’ da sottolineare che nel 2008, tra Milano e le altre
province lombarde, si era arrivati a registrare quasi 500 rapine ai danni delle farmacie. Rapine per mano perlopiu’ di piccoli criminali, sbandati, a volte tossicodipendenti che, con le armi piu’ disparate
(dal taglierino alla pistola), vanno a caccia di piccole somme: mediamente si portano via dai 200-300 euro in contanti. Ma non e’ sempre cosi’. L’ identikit del rapinatore di farmacie puo’ avere mille tratti. "A me ad esempio – racconta la Racca – e’ capitato di essere rapinata piu’ di una volta da un ragazzo dall’ aspetto rassicurante, per nulla sbandato". Praticamente rapinava per ‘ gioco’. "Si e’ scoperto, una volta arrestato, che si giocava il bottino al casino’".
Anche Andrea Mandelli, presidente della Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani), sottolinea i buoni risultati raggiunti
nell’ ultimo anno, ma non nasconde la preoccupazione che ancora serpeggia tra i farmacisti. "Purtroppo – spiega – il numero delle rapine ai nostri danni e’ ancora alto. Dobbiamo quindi proseguire sul percorso tracciato nel 2009 che, grazie soprattutto al lavoro della Polizia e dei Carabinieri, sta ridimensionando il fenomeno".
Se alla Lombardia va la ‘ medaglia d’ oro’ delle rapine (208), alla Campania (88) va quella d’ argento. Piu’ o meno su questi livelli ci sono anche Piemonte (81), Lazio (81), e Sicilia, regione dove si e’ registrato, come in Lombardia, il calo piu’ consistente: si e’ passati
dalle 232 rapine del 2008 alle 80 del 2009. Scorrendo i dati 2009 dello Sdi, nel dettaglio delle restanti regioni si registrano 58 rapine nelle farmacie pugliesi, 24 in quelle dell’ Emilia Romagna, 20 in Toscana, 17 in Veneto, 7 in Liguria, 4 nelle Marche e in Umbria, 3 in Sardegna, 2 in Basilicata. A finire lo scorso anno nel mirino dei rapinatori, anche una farmacia calabrese, una abruzzese e una friuliana.

"Questi risultati – afferma la Racca – sono figli dell’ impegno costante delle forze dell’ ordine e dell’utilizzo di sistemi di videosorveglianza sempre piu’ sofisticati. Prima, ad esempio – spiega
il numero uno di Federfarma – si usavano videocassette che non permettevano un’ identificazione perfetta. Ora con le nuove apparecchiature bastano piccoli dettagli per ricostruire una faccia.
Inoltre – aggiunge la Racca – i nuovi sistemi di controllo sono collegati direttamente con la Polizia. E questo facilita il loro intervento".
I dati dello Sdi fanno pensare che molti farmacisti hanno deciso
di attrezzarsi e difendersi con questi strumenti. "Molti esercenti – spiega Mandelli – hanno investito molte risorse in sicurezza. Anche perche’, al di la’ dei dati, la farmacia rimane comunque un punto
prediletto per la microcriminalita’. Per diversi motivi: perche’, a differenza che in altri esercizi commerciali, ci si trovano piu’ contanti; perche’ spesso all’ interno di questi esercizi ci lavorano
donne; perche’ la farmacia e’ un posto per definizione ‘ aperto’ ai cittadini". Un’apertura’ confermata anche dalla Racca. "Per nostra indole – spiega il presidente di Federfarma – noi andiamo incontro alle persone. In farmacia i cittadini non trovano solo medicinali, ma anche assistenza. Questo perche’ sono esercizi frequentati spesso da soggetti deboli, malati o anziani. Persone che abbiamo il dovere di proteggere, anche dai malintenzionati".
Un dovere rimarcato anche dal presidente della Fofi, secondo il quale "la farmacia, al di la’ dell’ aspetto commerciale, ha un valore sociale significativo. Rappresenta – conclude – un punto di riferimento per i soggetti piu’ fragili".