Roma, è stata la ristrutturazione a causare il crollo del palazzo su lungotevere Flaminio

Francesco Giugni

Crollo causato dai lavori nel palazzo del  Lungotevere Flaminio.

Lo scorso 22 gennaio l’inquilina, dell’ultimo piano del palazzo, aveva chiamato le forze dell’ordine a causa di rumori strani nell’appartamento.

Questi scricchiolii non erano dovuti alla presenza di ladri, ma all’inizio di un crollo strutturale che ha portato circa tre ore più tardi al cedimento dei pilastri di tre piani dell’edificio.

Nessun inquilino era rimasto ferito perché i vigili del fuoco tempestivamente avevano evacuato tutto il palazzo.

Gli ingegneri Claudio De Angelis e Lucrezia Le Rose, consulenti nominati dalla Procura, hanno consegnato agli inquirenti una relazione nella quale viene descritta, oltre alla dinamica dell’incidente, anche la situazione del palazzo: l’edificio costruito nel 1936 con le prime miscele di cemento armato ha patito poi svariate modifiche, la più importante delle quali è stata  l’aggiunta degli ultimi due piani costruiti alla fine degli anni quaranta. 

La relazione sostiene che i tramezzi  abbattuti per realizzare un ampio open space nell’appartamento al quinto piano svolgevano ormai la funzione di muri portanti in quanto l’edificio aveva subito, nel tempo, una serie di modifiche che certamente avevano influito sulla stabilità della struttura. I pochi pilastri rimasti, quindi, si sono sgretolati sotto il peso del soffitto che nella caduta ha coinvolto i due piani superiori. 

Più che il proprietario dell’appartamento, quindi, che dovrà comunque dimostrare di aver ottenuto tutti i permessi necessari, il progettista e i responsabili dei lavori di ristrutturazione, secondo i consulenti  ingegneri e gli inquirenti, avrebbero dovuto  verificare in modo più approfondito le condizioni dello stabile e quindi, ora, rischiano l’iscrizione sul registro degli indagati con l’accusa di crollo colposo. L’abbattimento dei tramezzi, secondo gli inquirenti, doveva essere preceduto da un rafforzamento delle colonne portanti.

I periti avrebbero escluso anche le responsabilità dell’inquilina del sesto piano che aveva sistemato nel terrazzo di casa un giardino pensile con vasi e piante.