Roma, indagati in 20 per appalti truccati

Francesco Giugni

Indagate 20 persone per appalti truccati nella Capitale.

Il pm romano Giuseppe Deodato ha firmato una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’imprenditore Fabrizio Amore, del suo amico Maurizio Anastasi, all’epoca dei fatti direttore dell’area tecnica della sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale, e di altre 18 persone.

Le accuse, a seconda delle varie posizioni degli indagati, vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa aggravata e continuata in danno del comune di Roma, falso, turbativa d’asta, emissione di fatture false ed evasione fiscale. L’udienza preliminare è fissata per il 4 luglio.

Dalle indagini eseguite a suo tempo dagli uomini del comando unità speciali della Guardia di Finanza sono emerse gare truccate, tra le quali quella del 2010 relativa al restauro dell’aula  “Giulio Cesare” dove si riunisce il consiglio comunale della capitale.

L’alto funzionario avrebbe, pilotando pareri e delibere, manipolato le gare alle quali avrebbero partecipato solo cinque imprese tra le quali tre dello stesso imprenditore Fabrizio Amore. E’ una di queste, la “Trevi Iniziative Immobiliari”, che si aggiudica l’appalto ma, secondo l’accusa, l’imprenditore era cosi sicuro di vincere che, ancora prima che venissero aperte le buste, aveva già stipulato contratti di subappalto pagando anche i relativi acconti.

Fabrizio Amore e i suoi collaboratori avrebbero anche truffato il Comune di Roma concedendo in locazione due strutture residenziali in zona Ardeatina, attraverso società lussemburghesi a lui riconducibili, da destinarsi alle emergenze abitative di persone bisognose e che invece, per la maggior parte, erano nella disponibilità dello stesso imprenditore (che le utilizzava come sede privata per le sue aziende).

Ciò nonostante il Comune, da diversi anni, pagava regolarmente l’affitto di circa 2.250 euro al mese per ogni appartamento, oltre a tutte le relative utenze.