Roma: sono stati scoperti canili gestiti fuori dalla legalità

Francesco Giugni

Canili con permessi irregolari scoperti nella Capitale.

L’Autorità nazionale anticorruzione ha messo sotto accusa la gestione di alcuni canili, come risulta da un fascicolo trasmesso a Roma Capitale e alla Procura della Repubblica di Roma.

Diverse sono le accuse  mosse dall’Anac : violazione dei principi di trasparenza, di imparzialità; irregolarità sulla rotazione degli operatori economici; non conformità degli appalti ai principi di economicità, efficacia e correttezza previsti dal codice dei contratti. Il Comune, inoltre, non avrebbe rispettato i principi di imparzialità dell’attività amministrativa e l’economicità della gestione delle risorse pubbliche.

E’ scaturito un giro d’affari da quattro milioni di euro l’anno, nel quale i gestori incassavano il triplo rispetto a quanto previsto dal Ministero della Salute, a quanto ad esempio speso dal Comune di Milano.

L’Anac ha sostenuto che l’affidamento dei canili avveniva senza che fossero rispettate le pur minime “procedure di gara”, procedure che devono essere precedute dall’invito ad almeno cinque concorrenti a formulare delle offerte: il Dipartimento Ambiente, invece, ha ammesso che per 15 anni il Comune di Roma non ha effettuato alcuna procedura di gara per affidare quel tipo di servizi.

Una delle associazioni affidatarie(AVCPP), ad esempio, era riuscita a stipulare una convenzione della durata di 4 mesi ma che in realtà è proseguita per 8 anni con varie proroghe del tutto irregolari.

Dal periodo tra il 2005 e 2007, inoltre, l’Anac non ha trovato neppure le carte che giustifichino i rinnovi delle concessioni.

L’Anticorruzione ha sottolineato, per di più, la carenza di controlli sui requisiti inderogabili di moralità previsti dalla legge nel caso di affidamento diretto, rinnovo o proroga.