Russia, incidente sommergibile atomico

Tiziana Montalbano

Un malfunzionamento del sistema antincendio del natante ha provocato nel Mar del Giappone la morte di 20 persone, tre ufficiali e 17 tecnici, soffocati dal gas freon diffusosi in un comparto del sottomarino. Altre 21 persone sono rimaste intossicate, ma le loro condizioni non destano preoccupazioni, secondo i medici. La tragedia riporta alla memoria dei russi il dramma del Kursk, trasformatosi nell’agosto del 2000 in una tomba per i 118 uomini a bordo, e altri simili incidenti come quello del Danil Moskovski (settembre 2006, due morti) o del K-159 affondato nel Mare di Barens nel 2003 (nove morti), o il recupero in extremis, ad aria quasi esaurita e grazie all’aiuto britannico, del batiscafo As 28, rimasto impigliato nell’agosto 2005 per 76 ore nei fondali dell’Oceano Pacifico. Il sommergibile era partito dalla base di Bolshoi Kamen ed era ancora in costruzione, ma aveva già effettuato con successo, nelle settimane precedenti, una prima uscita in mare aperto e un’immersione. Le cause dell’improvvisa entrata in funzione del sistema antincendio e della fuga di freon (un composto di metano ed etano usato anche per la refrigerazione) non sono state ancora chiarite. Secondo un ex colonnello sommergibilista, Igor Kudrin, quegli impianti automatizzati sono troppo sensibili, e molti capitani preferiscono tenerli spenti in navigazione. Il motore atomico non ha subito danni, secondo il portavoce della flotta Igor Digalo, e il livello di radiazioni è rimasto “nella norma”. Il sommergibile ha aggiunto con i suoi mezzi, navigando in superficie, la base navale di Littoral, nella regione di Primorie (estremo est russo), mentre gli intossicati sono stati subito imbarcati su una nave soccorso e portati nell’ospedale della Flotta del Pacifico, a Vladivostok. Il presidente Dimtri Medvedev ha immediatamente ordinato un’inchiesta affidata alla procura militare.