In un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e da un uso sempre più estensivo dell’intelligenza artificiale, anche per finalità illecite, il sistema sanitario italiano si sta rivelando sempre più vulnerabile agli attacchi dei cybercriminali. A confermare questa minaccia è il terzo report annuale globale sulla cyberwarfare di Armis.
Sanità sotto pressione, anche in Italia
Secondo la ricerca, il settore medico, sanitario e farmaceutico è a oggi uno dei più colpiti al mondo dagli attacchi informatici, anche a causa dell’impiego di strumenti sempre più sofisticati basati sull’intelligenza artificiale. Anche in Italia l’allerta è alta, infatti, l’81% delle aziende sanitarie intervistate ha subito da 1 a 2 violazioni informatiche, segno di una vulnerabilità sistemica che richiede risposte urgenti.
L’IA percepita come minaccia concreta
Il 75% dei professionisti IT del settore sanitario, a livello globale, considera l’intelligenza artificiale una minaccia significativa per la sicurezza delle infrastrutture critiche. In Italia, questa percezione è condivisa da quasi 7 strutture sanitarie su 10, mentre l’81% dei decisori IT teme l’impatto di un eventuale conflitto informatico sulla propria organizzazione. Più di un terzo di essi (38%) si dice fortemente preoccupato.
Il problema non è solo la consapevolezza del rischio, ma anche la mancanza di risorse e capacità di reazione: una struttura sanitaria italiana su due ammette di non disporre del budget necessario per implementare sistemi di difesa avanzati. Spesso, infatti, si reagisce troppo tardi: il 56% riesce a rilevare un attacco solo quando è già in corso.
Verso un nuovo approccio alla sicurezza
Il settore sanitario è oggi in prima linea in uno scenario di cyberwarfare sempre più complesso, alimentato da tensioni internazionali e dall’uso dell’intelligenza artificiale per sferrare attacchi sofisticati e ad alto impatto. Servono strumenti proattivi, intelligenti e capaci di proteggere infrastrutture critiche per il bene di tutto il sistema e per i pazienti.
Guardando al futuro, i professionisti del settore in Italia chiedono strumenti più evoluti: il 57% vorrebbe soluzioni di intelligence più avanzate, il 50% strumenti di threat hunting basati su IA, e il 44% sistemi efficaci contro il phishing.
La sanità italiana si trova ad affrontare una delle sfide più complesse degli ultimi anni, aggravata dall’evoluzione tecnologica e dal contesto geopolitico. Per questo, rafforzare le misure di protezione nel settore sanitario non è più un’opzione, ma una priorità strategica su cui investire. Adottare soluzioni proattive, intelligenti e capaci di anticipare le minacce significa non solo proteggere le infrastrutture più sensibili, ma anche rafforzare l’intero sistema sanitario. Gli strumenti giusti possono garantire un futuro più sicuro, resiliente e sostenibile.