Sappe: dura presa di posizione dopo suicidio assistente capo in servizio a Catania Bicocca

redazione

Dopo la tragica notizia diffusa ieri dal SAPPE, il suicidio con la pistola d’ordinanza di un poliziotto penitenziario di 46 anni in servizio al Nucleo Traduzioni della Casa Circondariale di Catania Bicocca, dura presa di posizione da parte di Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“E’ semplicemente vergognoso che nessuno dell’Amministrazione Penitenziaria etnea di Bicocca – direttore, vice direttore, comandante di reparto della Polizia, vice comandante, responsabile del nucleo traduzioni dove peraltro il collega era in servizio – ha inteso rendere onore alla salma del povero poliziotto. Nessuno di loro si è presentato alla Camera ardente, e questo è semplicemente inqualificabile. Fossi in loro, proverei semplicemente imbarazzo….”.

Il  leader del SAPPE, che ricorda come “nel 2014 furono 10 i casi di suicidio nelle file della Polizia Penitenziaria”, chiede al Capo del DAP Santi Consolo di presenziare alle esequie del poliziotto. “Salvi la faccia all’Amministrazione Penitenziaria, visto che quella catanese ha fatto una figuraccia ignorando il grave episodio di Caltagirone. Disponga una ispezione a Catania Bicocca, cerchi di capire cosa davvero è successo e cosa ha portato il collega all’estremo gesto. Chieda perché nessuna autorità e quadro dirigente di Bicocca ha reso onore alla salma del povero poliziotto, che per oltre 25 anni ha onorato la divisa della Polizia Penitenziaria che ha indossato tutti i giorni con professionalità, abnegazione e sacrificio. Lo deve alla moglie, alle figlie, ai familiari, agli amici e ai colleghi dell’uomo suicida, cui va ancora una volta il nostro pensiero e la nostra vicinanza”, conclude amareggiato Capece.