"Non ho avuto alcuna esitazione ad affermare che esultare per la morte di un detenuto è cosa ignobile e vergognosa. Ma altrettanto abnorme e sproporzionata è stata la risposta dell’Amministrazione Penitenziaria, su sollecitazione del Ministro della Giustizia: sospendere dal servizio 16 appartenenti alla Polizia Penitenziaria è un provvedimento sbagliato ancorchè formalmente irregolare. Quelle frasi sono da censurare senza se e senza ma, ma un percorso disciplinare ha regole e forme da rispettare che, in questo caso specifico, non sono state osservate”
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando i provvedimenti assunti dal DAP nei confronti di alcuni degli autori di certi messaggi apparsi su social network rispetto al suicidio di un detenuto a Milano Opera.
“Il Dap con questi provvedimenti, ha dimostrato ancora una volta di essere incapace di gestire situazioni critiche, tant’è che, invece di cercare di capire le cause di certi fenomeni (ancorchè gravi) pensa solo a reagire in maniera eclatante e sproporzionata, al solo scopo di evitare ogni assunzione di responsabilità”, prosegue il leader del SAPPE che ieri pomeriggio ha incontrato il Guardasigilli Orlando. “Sospendere dal servizio un poliziotto, senza un percorso disciplinare che preveda contestazione e difesa, è fuori dalle norme previste ed è un’anomalia illegittima che, infatti, l’Amministrazione Penitenziaria non ha mai adottato. Ripeto e lo ribadisco. Il suicidio di un detenuto è sempre – oltre che una tragedia personale – una sconfitta per lo Stato e dunque ci vuole il massimo rispetto umano e cristiano ancor prima di quello istituzionale. Chi ha scritto messaggi stupidi, gravi e insensibili se ne assumerà le responsabilità. Ma sospenderli dal servizio d’ufficio mi sembra davvero abnorme e sproporzionato”.