SAPPE, "Nelle carceri c’è cultura di umanità e sensibilità, altro che violenza"

redazione

“Il Parlamento è sovrano e può dunque decidere quel che ritiene più opportuno e necessario. Ma sostenere che le carceri italiane siano caratterizzate da una “cultura di violenza” è una colossale baggianata. Lo dice chi non sa nulla di quel che avviene nelle carceri italiane, dove ad esempio negli ultimi 10 anni sono stati più di 9.300 i detenuti ai quali gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria hanno salvato la vita da morte certa per tentati suicidi. Queste valutazioni grossolane fanno male a coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento”.

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri riunita in questi giorni a Napoli per il VI° Congresso nazionale del Sindacato, commentando la proposta diSinistra italiana ha deciso di proporre l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare sugli abusi e sui maltrattamenti nelle carceri e nei luoghi di detenzione

L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, lo ripeto, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece.