"La notizia dell’arresto di cinque poliziotti in servizio nel carcere di Varese per avere favorito l’evasione di 3 detenuti nel febbraio 2013 non possono ledere l’immagine di serietà e professionalità che ha sempre contraddistinto il Personale di Polizia Penitenziaria. Fermo restando che una persona è colpevole solamente dopo una condanna passata in giudicato, deve essere chiaro che non appartengono certo al DNA della Polizia Penitenziaria i gravi comportamenti dei quali sono accusati i poliziotti. La responsabilità penale è personale e chi si è reso responsabile di gravi reati, una volta acquisite le prove certe e inequivocabili, ne deve pagare le conseguenze e deve essere cacciato dal Corpo di Polizia Penitenziaria, che è una Istituzione sana. Queste accuse fanno male a coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato come quello carcerario. E’ utile anche ricordare che negli ultimi 20 anni la Polizia Penitenziaria ha sventato, in carcere, più di 17mila tentati suicidi ed impedito che quasi 125mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Alcuni di questi casi si sono verificati proprio a Varese e non hanno avuto un esito tragico grazie al tempestivo intervento dei Baschi Azzurri”.
L’ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri.
Il primo Sindacato dei Baschi Azzurri torna a sottolineare che “la Polizia Penitenziaria, a Varese e negli oltre 200 penitenziari italiani, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti. E’ utile ricordare che nei primi sei mesi del 2014, dal 1 gennaio al 30 giugno, a Varese si sono contati 1 tentato suicidio, 1 atto di autolesionismo, 3 ferimenti, 4 colluttazioni”.