Sarà dichiarato al prossimo Consiglio dei ministri lo stato di calamità per la Sardegna, colpita mercoledì, nella zona sud-occidentale del Cagliaritano, da un violento nubifragio che ha provocato ingenti danni, alluvioni e tre vittime. Inoltre due persone risultano ancora disperse. Lo ha detto il responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso, giunto sull’isola per un primo sopralluogo delle aree colpite, dove nel primo pomeriggio ha ripreso a piovere: Capoterra, Pirri, Sestu, Assemini, Monserrato ed Elmas. I danni sono ancora da quantificare, ma un’enorme massa di acqua e fango si è riversata su un’area di 40 km quadrati, nell’hinterland cagliaritano e soprattutto a Capoterra, un’area vulnerabile – come l’ha definita lo stesso Bertolaso – sotto il livello del mare e ad alta densità edilizia sugli argini del rio San Girolamo, che è fuoriuscito. Dopo un sorvolo sulla zona e una riunione con le autorità locali, Bertolaso ha riferito che, oltre al recupero dei dispersi, la priorità è dare assistenza ai 200-300 sfollati con le case invase dal fango. Sarà attivo da subito un centro operativo unificato che coordinerà tutte le forze dell’ordine e i soccorsi, sotto la guida del prefetto di Cagliari. La Protezione civile ha chiesto ai sindaci la verifica del numero effettivo degli sfollati e dei danni alle imprese e all’agricoltura. Un intero quartiere di Capoterra è stato evacuato mercoledì a causa del pericolo di rottura della diga di Santa Lucia, che risulta al massimo della sua capacità. I genieri hanno costruito un canale parallelo per il deflusso delle acque.
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