Scenario online sicurezza Ambientale e Alimentazione: presentato in Senato un ddl per istituire l’ordine professionale dei pizzaioli

Samanta Sarti

La pizza è uno dei prodotti simbolo del “Made in Italy” più conosciuti nel Mondo: pochi ingredienti, semplici e genuini, che affondano le radici nella tradizione contadina del nostro Paese e si prestano a molteplici, gustose, varianti. Per tutelare questo gioiello importante del patrimonio gastronomico italiano il 21 Giugno, in Senato, è stato presentato un Disegno di Legge per istituire l’ordine professionale dei pizzaioli. La notizia ha raccolto in poche ore oltre 6.200 azioni di engagement (fonte dati: Data Stampa). Sarebbero circa 150 mila i pizzaioli italiani interessati dalla Legge e, per iscriversi all’Albo, dovrebbero dimostrare di possedere alcune competenze base, fondamentali per l’accumulo dei criteri formativi: aver esercitato la professione per almeno 18 mesi, superare un esame finale dopo un corso pratico e teorico di 120 ore, comprensivo di laboratorio (30 ore), lingue straniere (40), scienze dell’alimentazione (20) e conservazione degli alimenti (30). Il diploma così ottenuto varrà per cinque anni, ai termini dei quali andrà seguito un corso di aggiornamento. Tutto ciò per tutelare non solo la professione, ma la qualità del prodotto e la salute dei consumatori.

Circa 3 mila azioni di engagement per le testate online che hanno affrontato il tema TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership – ponendo l’accento sul dibattito, accesissimo, relativo ai possibili rischi, per l’agricoltura, l’alimentazione e la salute dei cittadini europei, conseguenti l’approvazione del trattato. A rintuzzare la polemica ha contribuito la pubblicazione del rapporto “Contadini europei in svendita”, redatto dall’organizzazione Friends of the Earth Europe. Allarmante il resoconto soprattutto sul piano ambientale e sanitario: “Le organizzazioni di produttori statunitensi – si legge – stanno apertamente chiedendo all’Europa di indebolire i sistemi di protezione in ambiti quali l’approvazione di cibo Ogm, le regole sulla sicurezza dei pesticidi, il bando sugli ormoni e i lavaggi anti-patogeni nella produzione di carni”. Senza specifica regolamentazione ben 82 pesticidi vietati nell’Unione Europea, ma in uso negli Stati Uniti, potrebbero essere commercializzati anche in Europa.

Un migliaio di azioni di engagement per la notizia della pubblicazione dell’indagine svolta da Goletta Verde sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. Esito, purtroppo, poco rassicurante soprattutto per la Toscana (particolarmente inquinati Versilia, Costa apuana e Isola d’Elba). Francesca Ottaviani, portavoce di Goletta Verde, e Umberto Mazzantini, responsabile Mare di Legambiente Toscana, hanno rilasciato alcune dichiarazioni importanti durante la conferenza stampa a Portoferraio, il 24 Giugno: “i prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 14 e il 15 giugno scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta”. Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale e nel 2015 ha raccolto in Toscana 12.770 tonnellate di questo rifiuto pericoloso, evitandone così la possibile dispersione nell’ambiente.