Dalla mezzanotte di oggi dal Baltico al Mediterraneo, dal Portogallo alle porte della Russia, non servono più passaporti e carte d’identità per muoversi attraverso le frontiere. In alcuni casi la novità è estremamente sentita ed assume significati che vanno al di là della soddisfazione per l’allargamento dell’EU. Basti pensare alla frontiera tra Germania e Polonia, teatro di ogni conflitto nella storia d’Europa, o alla città di Gorizia, divisa in due dall’ultima guerra. Ma al di là della gioia di un’Europa che abbatte steccati e barriere, c’è anche la preoccupazione che la libera circolazione delle persone possa rendere più difficoltosa la lotta alla criminalità. Nei giorni scorsi Ilkka Laitinen, direttore generale di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione, ha espresso le sue perplessità spiegando che a suo giudizio l’eliminazione delle frontiere porterà alla perdita di uno strumento molto efficace per la lotta contro l’immigrazione clandestina.
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