Shock nel carcere di Trento: detenuto straniero aggredisce poliziotta e tenta di baciarla nella caserma agenti

redazione

Esperienza shock per una poliziotta penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Spini di Gardolo a Trento. Un detenuto straniero, addetto alle pulizie della Caserma Agenti e ristretto come “protetto” per reati di riprovazione sociale, ha infatti prima aggredito e poi ha tentato di baciare una poliziotta che, libera dal servizio, era nei pressi della Sala lavanderia del carcere per stendere dei panni. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che critica la mancata predisposizione di unità di controllo e vigilanza del detenuto addetto alle pulizie.

La collega, comprensibilmente sotto shock, ha vissuto una esperienza incredibile ed allucinante ed a lei va tutta la nostra solidarietà e vicinanza”, spiega il Segretario provinciale SAPPE di Trento Massimiliano ROSA. “E’ successo che martedì la poliziotta, che vive in Caserma ed era libera dal servizio, era uscita dalla sua stanza per andare in lavanderia e stendere gli abiti che aveva appena lavato. All’interno del locale vi era il detenuto, di origine nigeriana, addetto alle pulizie in regime di articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario (ossia ammesso al lavoro all’esterno del carcere). La collega ha chiesto al detenuto, che si stava apprestando a lavare per terra, di consentirle l’accesso per stendere ed evitare quindi di passare sul pavimento bagnato. Questi si è fermato e, mentre la poliziotta si è abbassata per prendere i panni dalla bacinella, l’ha proditoriamente afferrata per un braccio, trascinandola verso di sé e tentando di baciarla. La collega è però stata brava a divincolarsi ed a sfuggire alla presa dell’uomo, che subito però si è allontanato. Ora è ovviamente sotto shock ma è grave che la Direzione del carcere trentino non abbia predisposto la figura del ‘Casermiere’, ossia un poliziotto che segua i detenuti ammessi a svolgere attività lavorativa nella Caserma Agenti, anche in considerazione del reato di cui si è macchiato lo straniero”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE,  esprime solidarietà alla poliziotta aggredita e ricorda che nelle ultime settimane il SAPPE è sceso in piazza proprio per “denunciare le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri – a cominciare dalla espulsione dall’Italia dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle celle delle carceri dei Paesi di provenienza – da parte del Ministro della Giustizia Bonafede a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri.”

Certo è grave quel che è accaduto, sicuramente favorito anche dalla mancata predisposizione da parte della Direzione del carcere di Trento di un servizio di sorveglianza e vigilanza dei detenuti che lavorano nella Caserma. I poliziotti rischiano di subire aggressioni non solo in servizio ma addirittura quando sono, liberi, in una Caserma è francamente sconcertante. E come è possibile che un soggetto del genere possa essere stato ammesso a lavorare, addirittura fuori dal carcere ed a contatto con donne?”, aggiunge.

Il SAPPE evidenzia infine i numeri delle carceri e dell’esecuzione della pena in Italia: alla data del 31 dicembre scorso, erano detenute nelle carceri del Paese 53.364 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti nelle nostre carceri sono 17.344 (il 33% circa di tutti i presenti). Ben 102.808 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna, 1.327 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.477 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile. Nelle 2 prigioni del Trentino Alto Adige (Bolzano e Trento Spini di Gardolo) erano ristrette 388 persone, 367 uomini e 21 donne: 108 gli imputati, 279 i condannati e 1 internato.