In queste ore numerose squadre dei Vigili del fuoco sono al lavoro per domare un incendio divampato presso l’impianto per stoccaggio rifiuti di Caivano (NA) che sta producendo una densa nube nera, visibile a chilometri di distanza.
“I Vigili che in queste ore stanno lavorando per la sicurezza dei cittadini” – ha affermato Alessandro Lupo, Segretario generale della UILPA VVF – “saranno, ancora una volta, esposti a contaminazioni massimali ed i veleni che assorbiranno non saranno, purtroppo, limitati a queste ore di intervento”.
Secondo il Segretario generale della UILPA VVF poco si sta facendo per la salvaguardia della salute dei Vigili del fuoco che, oltre a non disporre di procedure adeguate per la sostituzione o il ricambio dei Dispositivi di Protezione Individuale in dotazione, sono costretti ad indossare DPI contaminati per diversi giorni successivi all’intervento effettuato.
La UIL PA VVF denuncia da sempre l’impossibilità di garantire il rischio zero per i Vigili del fuoco chiedendo misure idonee alla limitazione dei rischi attraverso la predisposizione di precise procedure, oggi inesistenti, che permettano la sostituzione o il reintegro, a fine intervento, dei dispositivi contaminati. I veleni che quotidianamente i Vigili del fuoco assorbono durante il lavoro sono causa di patologie gravissime che si appalesano anche a decenni di distanza. Ed è per questo che occorre ridurre al minimo la loro esposizione.
“E’ chiaro che l’Amministrazione non potrà da sola risolvere tale questione, stante la necessità di appositi ed ingenti stanziamenti per l’acquisto, la sostituzione e la manutenzione ordinaria con specifiche attrezzature all’uopo previste” afferma Lupo “Per tale motivo urge una maggiore attenzione del Governo alla delicata questione della salute e sicurezza dei Vigili del fuoco che deve essere affrontata con estremo rigore”.
La UIL PA VVF lancia, dunque, un appello al Ministro dell’Interno, al Governo ed alle compagini parlamentari affinché “si affronti subito la problematica perché nel frattempo i Vigili del fuoco continuano a morire e spesso non arrivano alla pensione”.