Ancora troppi gli incidenti che vedono vittime i motociclisti. Secondo l’ Istat quelli che hanno causato lesioni a persone in cui e’ stato coinvolto un ciclomotore o un motociclo sono stati, nel 2010, 71.108, causando la morte di 1.244 persone e il ferimento di 84.548. Tra le cause di morte non solo l’ alta velocita’, ma anche strutture non sicure. I numeri delle vittime degli incidenti stradali che riguardano i motocilisti la dicono lunga su quanto ancora si possa fare per garantire la sicurezza stradale. Ne sono convinte le associazioni che si battono per la sicurezza degli utenti delle due ruote. "Il guardrail non e’ uguale per tutti. Se salva la vita agli automobilisti e’ spesso causa di morte per i motociclisti" dice all’ Adnkronos, Matteo Mannino uno dei fondatori dell’ associazione ‘ Gregorio Fun&Safe’.
"Il problema dei guardrail – continua Mannino – e’ che non tengono conto dei motociclisti, ecco perche’ noi e non solo parliamo di guardrail assassini. Le barriere in acciaio sono infatti costituite da un montante e da un nastro a doppia o tripla onda, efficaci per le auto, ma pericolose per chi viaggia su due ruote sia perche’ in caso di impatto il montante scoperto provoca l’ effetto ‘ ghigliottina’ sia perche’ spesso le barriere sono troppo basse per contenere il motociclista".
"Facendo una ricerca sui guardrail anche consultando il sito dell’ A.m.i. (Associazione motociclisti incolumi) – sottolinea Mannino di ‘ Gregorio Fun&Safe’, Onlus fondata dagli amici di Gregorio un giovane motociclista vittima della strada, per sensibilizzare le istituzioni, i giovani, ma anche tutti i cittadini sul grave dramma delle stragi stradali – abbiamo notato che ci sono delle alternative disponibili, gia’ sottoposte ai crash test. Per esempio il ‘ rubbing rail’ di una casa tedesca e altri prodotti in fase di sviluppo, o altre strutture gia’ adottate come il Dr46 di una ditta italiana, che
non lasciano scoperti i paletti di sostegno, spesso letali per i motociclisti".