Il Governo si prende ancora una settimana di tempo per poter trovare l’accordo sul progetto di legge in materia di sicurezza. La prima discussione di ieri non ha prodotto alcun esito per l’astensione di quattro ministri: Paolo Ferrero (Solidarietà Sociale), Fabio Mussi (Ricerca), Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente) e Emma Bonino ( Politiche Europee). Le divergenze sono relative ai maggiori poteri concessi a sindaci e prefetti nella lotta alla microcriminalità. Dopo lo scoglio Mastella, quindi, ancora qualche problema per l’esecutivo che incontra difficoltà, sempre al Consiglio dei Ministri, sul pacchetto sicurezza. Il testo, inizialmente presentato lo scorso 9 ottobre, è stato suddiviso in quattro differenti disegni di legge: disposizioni in materia di sicurezza urbana, disposizioni in materia di grave allarme sociale e di certezza della pena, adesione al trattato di Prum e istituzione della banca dati del dna, misure di contrasto alla criminalità organizzata. Ulteriore motivo di apprensione per Romano Prodi sono state le parole del presidente della Camera e punto di riferimento del Prc Fausto Bertinotti, secondo il quale, in caso di caduta del Governo, è necessaria la formazione di un governo tecnico che possa lavorare subito sulla riforma elettorale. Dura anche la replica dell’opposizione. Francesco Storace, senatore de “La Destra” ha dichiarato che il governo, non approvando il pacchetto sicurezza, favorisce palesemente la criminalità. Alfredo Mantovano, esponente di Alleanza nazionale ed ex sottosegretario all’interno, sancisce il flop del governo rimarcando l’insufficienza delle risorse destinate alle forze di polizia. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella non parla di spaccatura dell’esecutivo in materia di sicurezza ma sottolinea come il Governo stia lavorando all’unisono su un tema assai delicato per poter ulteriormente tutelare l’interesse e la sicurezza di tutti i cittadini.
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