Smau: la sicurezza ambientale passa per il "Green Ict"

Roberto Imbastaro

Nel corso del workshop “Soluzioni ICT a supporto dei processi di Energy Management” in cui sono intervenuti rappresentanti di Telecom Italia e Legambiente (con introduzione della Sirmi) è emersa netta la consapevolezza che un adeguamento “green” dell’IT e dell’ICT più in particolare è una “priorità immediata” dal punto di vista della crisi economica e una “priorità incombente” dal punto di vista della crisi ecologica. Ma in qualsiasi modo si guardi al risparmio/guadagno, è necessario un cambiamento di mentalità: sono moltissimi i casi di supermercati, scuole, uffici dove si registrano troppo spesso di notte – quando le attività sono ferme – consumi energetici simili o addirittura equivalenti a quelli diurni. Accanto a questo aspetto anche l’adeguamento delle attrezzature è fondamentale: nel complesso ogni anno sono immesse nell’atmosfera circa 25 miliardi di tonnellate di CO2 (il pianeta ne riassorbe meno della metà). Di queste emissioni il 2% (fonte: Gartner) è causato dal mondo ICT. Solo il consumo di server e pc determina lo 0,75% delle emissioni totali. E all’interno di questa percentuale, a sua volta il 40% dei consumi è dato dalle postazioni di lavoro (computer, stampanti, etc.). È noto come le stampanti a getto d’inchiostro consumino il 90% in meno di quelle laser. Solo in Italia, però, esistono in circolazione ben 4 milioni di stampanti laser che consumano circa 1.300 Gigawatt/anno (un consumo equivalente a 480mila famiglie, come la popolazione del Friuli Venezia Giulia). In tre anni una singola stampante a getto d’inchiostro permetterebbe in media un risparmio di 1.000 euro e a parità di prestazioni.Un altro esempio riguarda la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee): in Italia se ne producono 14 kg annui per abitante, ma solo 1,5 kg vengono sottratti alla discarica. Il Consorzio Ecor’it presenta a Smau la propria attività che nei primi 8 mesi di vita ha recuperato e riciclato oltre 1.000 tonnellate di Raee domestici e 100 tonnellate di Raee professionali in 1.000 Comuni italiani, anche in virtù di un accordo di programma firmato con ANCI. L’obiettivo è di raggiungere quota a kg per abitante equiparandosi alla media europea.