Quasi 70.000 detenuti delle carceri a fronte di 44.500 posti regolamentari e i numeri non sono destinati a decrescere. Questa è la situazione delle carceri italiane, più grave della situazione pre indulto e non paragonabile al post indulto, quando i detenuti erano scesi a 39.000. In questa situazione tutti gli operatori penitenziari si trovano in condizioni di grave stress lavorativo e senza alcun riconoscimento economico giuridico della loro situazione.
Peraltro, l’attuale contratto integrativo giustizia recentemente firmato ha previsto per il personale carcerario del comparto ministeri una progressione economica riservata solo al 30% del personale (stipendi medi mensili di 1200 euro), mentre per l’organizzazione giudiziaria si procede al riconoscimento di progressioni economiche per tutti. Più volte questo Coordinamento ha chiesto la riforma del Personale Penitenziario ,attraverso i ruoli tecnici della Polizia Penitenziaria, i cui progetti di legge sono all’esame della Commissione Lavoro presieduta dal Presidente Moffa e già condivisa da diversi deputati. A questo punto si è dato l’avvio ad una serie di assemblee negli istituti penitenziari iniziando domani presso la Casa Circondariale di Civitavecchia, ove si chiederanno misure alternative alla detenzione per deflazionare gli Istituti, riconoscimenti economici per tutti e finalmente riforma del personale penitenziario che lungi dal richiedere nuove spese comporterà risparmi gestionali notevoli.