Stop all’instagrammabilità: è il momento di essere autentici

redazione

C’è chi ha parlato di una rivoluzione estetica, di un completo ribaltamento di ciò che aveva guidato, fino a poco fa, engagement e meccaniche di aumento follower. Quello che è certo è che gusti e tendenze cambiano e si evolvono nel tempo.

Oggi sui social media non si assiste più all’esaltazione della perfezione – la maggior parte delle volte artefatta – quanto alla celebrazione di un racconto reale, naturale e autentico, con tutte le sbavature e dovute imperfezioni del caso.

A fare da volano a questo importante cambio di rotta non sono stati i big influencer, ma i ragazzi della cosiddetta Generazione Z o Gen Z, coloro che, per semplificazione, rappresentano i nati tra il 1995 e il 2010.

Wiko, brand di telefonia da sempre attento ai nuovi trend, ai fenomeni di rottura, ai linguaggi più innovativi e alle forme di espressione dei giovani, ha scelto di raccontare questo “abbandono dell’instagrammabilità” proprio attraverso il coinvolgimento di quattro ragazzi italiani che hanno il loro seguito e le loro community, più contenute, ma genuine.
Un racconto social che si caratterizza proprio per lo staggarsi da certi canoni poco rappresentativi del loro mondo e delle loro storie.

Gianmarco, ad esempio, ha terminato il Liceo Classico e si è appena iscritto all’Università, con la speranza di poter alternare con successo gli studi con la sua passione per la fotografia, soprattutto quella street e di reportage; Irene ama leggere, disegnare, adora Tarantino e la sua città di origine, Bologna, di cui conosce tutte le più tipiche espressioni e lo slang; Marco collabora come videomaker ai progetti dei suoi amici, alternando backstage a shooting di moda; Joy che, dalla provincia di Varese, ha scelto di spostarsi per gli studi a Milano dove frequenta con passione un corso in fashion styling.

Quello che Wiko ha delineato sono ritratti veri e spontanei di questi ragazzi, divisi tra ambizioni e insicurezze, ma uniti dal fattore comune della ricerca dell’autenticità.

La stessa autenticità che si ritrova nei loro post. Non c’è spazio per la finzione o per l’esibizione di qualcosa di costruito ad arte. Una ricerca estetica c’è, ma non è artefatta e racconta momenti reali.

Marco – rintracciabile su Instagram come @mazzi_driver – è in grado di alternare sapientemente foto e video, in un patchwork di racconti che non disdegna l’ironia e l’autoironia, Joy – su Instagram @joyfresquito – parla di sé, della sua passione per la moda, anche mettendoci la faccia, con un utilizzo forte e impattante del colore; Irene – nota come @dorm.ire – narra le sue giornate, i momenti con gli amici, la nightlife emiliana, lasciando spazio anche istantanee sfocate o immagini sovraesposte, senza dover rincorrere la soglia dei 50, 100, 1000 like. E poi c’è Gianmarco – che su Instagram risponde al nome di @gianmarcoyama – che ha fatto della capacità di cogliere il momento e l’essenza dei soggetti fotografati la sua cifra stilistica. E poco importa se nell’obiettivo capiti un noto rapper o uno sconosciuto pendolare addormentatosi su un sedile.

Il futuro, che è già il presente dei social media, è qui. Quello che sta appassionando i più giovani – ma che sta attraendo anche i grandi nomi e gli influencer da milioni di follower – è la rappresentazione più autentica della realtà, passando attraverso momenti di vita vissuta, di quotidianità, tra situazioni comuni, buffe, perfino imperfette e disordinate.

Wiko ha voluto raccontarle e raccogliere i contributi di Gianmarco, Irene, Marco e Joy sul suo profilo Instagram (@wikoitalia), all’interno del filone narrativo #staggati, un progetto che il brand franco-cinese ha inaugurato con la Festa della Donna, proseguito con la Festa del Papà e con tanti altri momenti di celebrazione di tutte le “straordinarie normalità” di oggi.