Su Poliziamoderna i “droni in divisa”

redazione

Questo mese Poliziamoderna, rivista ufficiale della Polizia di Stato, dedica la propria apertura ai cosiddetti “droni in divisa”, i sistemi aeromobili a pilotaggio remoto impiegati dalla Polizia di Stato che hanno aperto nuove frontiere alle attività investigative e di ordine pubblico. L’articolo, oltre a ripercorrere le principali tappe normative che hanno portato le forze dell’ordine ad “arruolare” i droni nei propri Reparti operativi, illustra le tecnologie, i diversi modelli e gli scenari in cui questi nuovi strumenti di controllo del territorio sono già stati impiegati in fase sperimentale dalla Polizia di Stato: dalle riunioni del G7 al 67° Festival della canzone di Sanremo. Attraverso questi veri e propri occhi elettronici, in grado di sorvolare anche i luoghi più nascosti, la polizia italiana potrà raggiungere la piena “gestione dell’aria” in occasione di eventi a rischio o di posti di blocco e pattugliamenti, aumentando l’efficacia operativa e la sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori.

Nel numero di Novembre di Poliziamoderna anche un focus sull’attività giudiziaria della Polizia Ferroviaria che conclude l’approfondimento sulla Specialità in occasione dei 110 anni della sua fondazione. I responsabili delle squadre giudiziarie di Milano e Roma raccontano il lavoro degli operatori di polizia quotidianamente impegnati nel lavoro di prevenzione e repressione dei reati predatori, ma anche nei servizi di vigilanza e di ordine pubblico particolarmente serrati in epoca di allarmi antiterroristici, nelle scorte ai treni, nelle pattuglie lungo le linee ferroviarie e nella lotta ai furti di rame, anche grazie al potenziamento dei sistemi di videosorveglianza. Altro importante fronte è il Nucleo operativo incidenti ferroviari (Noif): un team ristretto di pochi uomini con elevate competenze professionali specialistiche che ci spiegano in che modo si sono svolte le delicate indagini che hanno riguardato i disastri di Viareggio e di Andria. Mentre il prof. Enrico Menduni, docente di cinema, fotografia e televisione all’Università di Roma Tre, rievoca un pezzo di storia del nostro Paese partendo dalla prima ferrovia che univa Napoli a Portici; una rivoluzione nel sistema dei trasporti, in grado di mettere in contatto le tante realtà diverse della nostra nazione.