Tbc, le famiglie si affidano al Codacons

Paola Fusco

Si continua a discutere del caso Tbc al Policlinico Gemelli di Roma: dei bambini nati tra il gennaio e il luglio di quest’anno, 122 sono risultati positivi al test, anche se una sola di loro si è ammalata, ma ci sarebbe anche il caso di un piccolo, nato l’8 dicembre del 2010, portatore del batterio. Mentre il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, rassicura sull’innocuità della profilassi antibiotica prescritta ai neonati e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, dichiara di aver risposto al grave caso di malasanità con l’istituzione di un‘unità di coordinamento e una  commissione, dando la possibilità a tutti i bambini di essere sottoposti ai test e di procedere alla terapia preventiva, le famiglie dei bambini contagiati chiedono giustizia e, attraverso il Codacons, hanno avviato azioni legali collettive in sede civile e penale. Al momento non vi sono indagati ma i reati ipotizzati dagli avvocati dell’associazione di consumatori sarebbero lesioni colpose, epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio. Reato, quest’ultimo, che si configurerebbe qualora si scoprisse che l’infermiera malata, in servizio nel reparto neonatale dell’ospedale e presunta fonte del contagio, sia riuscita con la complicità di qualcuno a eludere i controlli annuali previsti dalla legge 81/2008. “Mio figlio è nato al Gemelli il 2 gennaio scorso, perfettamente sano” racconta Davide, padre di uno dei bambini risultati positivi alla tbc “a fine agosto l’ospedale mi ha chiamato per fissare un appuntamento al Bambin Gesù per delle analisi e al piccolo è stata riscontrata la positività al batterio. Da allora per la mia famiglia è iniziato un incubo, siamo preoccupati per i possibili effetti collaterali del potente antibiotico che dovremo somministrargli per sei mesi e siamo determinati a scoprire la verità e chiedere giustizia, perché chi ha sbagliato deve pagare”. L’intervista integrale a Davide andrà in onda domenica 11 settembre su Radio Rai-GR Parlamento nel corso della rubrica “In nome della legge”. Oltre al genitore del bambino contagiato dalla Tbc, interverranno, su alcune modifiche alla legge 81/2008, gli onorevoli Silvano Moffa e Maria Antonietta Farina Coscioni.