“La notizia del rinvenimento di un secondo telefono cellulare in una cella del carcere di Genova Marassi che ospita detenuti lavoranti a poco più di una settimana da un analogo rinvenimento ci impone di tornare a chiedere al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria interventi concreti quali, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani. Ci fa piacere mettere in particolare evidenza che il rinvenimento avviene (come anche accadde in un analogo episodio del 10 agosto scorso) grazie all’attenzione, allo scrupolo ed alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Marassi, uomini che lavorano in difficili condizioni operative per le risapute carenze organiche di ben 160 Agenti. Non a caso, in più occasioni il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ha richiamato l’attenzione delle Autorità regionali e dipartimentali penitenziarie in ordine ad alcune situazioni che con una certa frequenza interessano gli Istituti di pena, in particolare sull’indebito uso di telefoni cellulari e altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti per le comunicazioni con l’esterno. Rinnoviamo l’augurio che dopo il nuovo ritrovamento di un altro telefono cellulare all’interno della cella del carcere di Genova Marassi si faccia concretamente qualcosa per contrastare questo grave fenomeno.”
Lo sottolineano in una nota Donato CAPECE e Roberto MARTINELLI, rispettivamente segretario generale e segretario generale aggiunto (commissario straordinario per la Liguria) del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE – il primo e più rappresentativo della Categoria.
Il SAPPE ricorda che “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo. A nostro avviso appaiono pertanto indispensabili interventi immediati compresa la possibilità di "schermare" gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari.”