"E’ solamente grazie alla professionalità, alle capacità ed all’attenzione del Personale di Polizia Penitenziaria che domenica mattina è stata impedita l’evasione di un detenuto dal carcere di Ragusa. E’ accaduto tutto in pochi minuti: il detenuto italiano, durante l’ora d’aria, approfittando dei livelli minimi di sicurezza per la consistente carenza di poliziotti che ha determinato l’accorpamento di più posti di servizio in capo ad un solo Basco Azzurro e la mancanza della sentinella armata sul muro di cinta, ha scavalcato i muri del cortile passeggi (compresa la rete metallica che era rotta) e si è incamminato dell’intercinta. Si era quindi nascosto dentro un piccolo casotto in attesa del momento opportuno per scavalcare il muro di cinta. Grazie però all’attenzione del collega che si è accorto che presso i passeggi mancava un detenuto rispetti a quelli contati all’inizio dell’ora d’aria è stato dato l’allarme e le immediate ricerche hanno permesso di fermare il detenuto. Bravissimi i colleghi di Ragusa, che lavorano costantemente in condizioni difficili: basti pensare che i detenuti presenti il 29 febbraio scorso erano 225 (206 uomini e 19 donne) a fronte di 173 posti letto regolamentari e gli agenti di Polizia Penitenziaria, che dovrebbero essere 116, sono invece circa 90. Questo grave episodio conferma ancora una volta le gravi criticità del sistema carcere.”
E’ quanto dichiara Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, in relazione a quanto avvenuto domenica scorsa nel carcere siciliano di Ragusa.
“La situazione penitenziaria è sempre più incandescente” sottolinea il SAPPE. “Lo confermano drammaticamente i gravi episodi accaduti nelle ultime ore nelle carceri italiane; lo evidenziano soprattutto i continui tentativi di evasione e le evasioni vere e proprie. Le istituzioni e il mondo della politica non possono più restare inermi e devono agire concretamente. C’è bisogno di una nuova politica dell’esecuzione della pena, che ripensi il sistema sanzionatorio.”
E al Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Tamburino che ha recentemente sottolineato il calo dei detenuti, il SAPPE risponde che “la flessione è ad oggi impercettibile. Nelle 205 carceri italiane, il 31 gennaio scorso avevamo 66.973 persone che sono calate, un mese dopo, di poche centinaia, arrivando a 66.632. Il dato reale, dal quale partire per ripensare il sistema, è che ci sono in carcere 21mila persone detenute oltre la capienza regolamentare delle strutture e che più del 40% dei presenti sono in attesa di un giudizio definitivo.”