Piove su Pechino, una pioggia insistente, poi fa freddo. L’impianto olimpico, già di per se stesso impegnativo, diventa un percorso ad ostacoli. Andrea Filippetti, poliziotto romano di trentuno anni è andato vicinissimo a compiere la grande impresa. Alla quinta pedana aveva la possibilità di mettere tra sé e il cinese Qu una lunghezza di sicurezza, ed invece si è perso un’occasione d’oro. Ha sbagliato anche lui, come il cinese che lo precedeva nell’ordine di tiro, in quinta, poi è incorso in un altro zero alla sesta. Qu si è involato verso la vittoria accompagnato dagli applausi dei suoi connazionali. Filippetti, invece, allo spareggio si è giocato l’argento con un russo, Tsuranov, mai visto prima. Alla fine è riuscito a prendersi un bronzo che lo accontenta, ma non troppo. “Troppi zero alla sesta – ci dice – Cinque in qualificazione, uno in finale. Potevo vincerla questa gara. Certo sono felice perché questo campo è difficilissimo ed il palcoscenico era di quelli eccezionali. Però mi è rimasto l’amaro in bocca”. Lo consola il ct Francesco Fazi.”Ha disputato un’ottima gara, era molto tempo che non tirava a livello internazionale. Normale che non ci sia l’abitudine a gareggiare al massimo, soprattutto nei momenti cruciali . Va bene così per lui, come per Falco e Benelli che erano qui in ricognizione e hanno provato le varie soluzioni possibili. Trasferta indubbiamente che ci servirà”.