Domenica di violenza nel carcere di Torino, dove ieri pomeriggio un detenuto italiano imputato di omicidio e ristretto nella VII Sezione del Padiglione A ha aggredito un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria.
“La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Il detenuto, già protagonista di altre aggressioni ad Agenti a Torino ed evidentemente rincuorato dall’impunità per i suoi precedenti, si è reso protagonista di una nuova violenta aggressione, colpendo con diversi pugni in faccia l’Assistente Capo di Polizia Penitenziaria che lo stava accompagnando nel cortile dei passeggi per l’ora d’aria. Al collega, al quale va la nostra solidarietà e vicinanza, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria ha diagnosticato 10 giorni di prognosi. Queste aggressioni sono intollerabili, tanto più se messe in atto da chi già ha colpito altri poliziotti. Noi non siamo carne da macello ed anche la nostra pazienza ha un limite… Sollecitiamo allora Governo e Amministrazione Penitenziaria a rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere.”
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del leader Donato Capece.
“La situazione, a Torino e nelle carceri italiane, resta grave: ma va detto che il Parlamento ignora colpevolmente il messaggio del Capo dello Stato dell’8 ottobre scorso, che chiedeva alle Camera riforme strutturali per il sistema penitenziario a fronte dell’endemica emergenza che tra l’altro determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria”, tuona Capece, segretario generale SAPPE. “Addirittura il Capo del DAP Tamburino, che nostro malgrado è anche Capo della Polizia Penitenziaria, ha avuto l’ardire di sostenere che l’Italia non sarà in grado di adottare entro il prossimo maggio 2014 quegli interventi chiesti dall’Unione Europea per rendere più umane le condizioni detentive in Italia. E le aggressioni ai poliziotti sono all’ordine del giorno”
Capece torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: “Nei 206 penitenziari del Paese il sovraffollamento ha raggiunto livelli patologici ma il Capo DAP Tamburino alza le mani di fronte alla sentenza Torreggiani. Il nostro organico è sotto di 7mila unità. La spending review e la legge di Stabilità hanno cancellato le assunzioni,nonostante l’età media dei poliziotti si aggira sui 37 anni. Altissima, considerato il lavoro usurante che svolgiamo”.