La presenza in carcere a Torino, per partecipare a un dibattito sul sistema penitenziario, di Sergio Segio, già leader di Prima Linea e responsabile di diversi omicidi, indigna il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“E’ inammissibile, inaccettabile, intollerabile ed insopportabile che Sergio Segio, condannato e quindi ritenuto colpevole di diversi fatti di sangue ed omicida, sieda ad un tavolo per discutere del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale: sarebbe come far sedere Totò Riina al tavolo di revisione del 41 bis”, denuncia il Segretario Regionale SAPPE del Piemonte Vicente Santilli. “Questa è gente, che per il loro passato, per le pesanti responsabilità che ha avuto e che ancora ha, anche moralmente, dovrebbe essere espunta dal contesto sociale e men che meno dovrebbe avvicinarsi alle Istituzioni di quello Stato che in gioventù hanno combattuto con le armi in pugno. E’ stato un errore invitarlo, così come è un errore coinvolgere ex terroristi in ogni progetto di ripensamento del carcere. Pensavamo di aver già visto il peggio quando il Ministro della Giustizia Andrea Orlando coinvolse Adriano Sofri, il leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) quale mandante dell’omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972, tra gli ‘esperti’ chiamati dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando per riformare il sistema penitenziario italiano, incarico rigettato dopo la denuncia e le proteste del SAPPE. Ma oggi vedo che si continua a prendere a calci la memoria di quegli anni terribili, continuando a coinvolgere membri di gruppi eversivi responsabili di gravi fatti di sangue in iniziative politiche e sociali, alla faccia dei Caduti e dei Loro familiari. Lo trovo semplicemente sbagliato ed offensivo”.