Torino: sequestrate due case d’appuntamento

Leonardo Ricci

Ufficialmente si trattava di saloni destinati alla massoterapia, con un’ampia scelta di prestazioni che prevedevano massaggi di tutti i tipi, anche in vasca idromassaggio, e con costi che variavano dai 50 a 150 euro per l’ora nell’ambito della quale, però, i clienti potevano tranquillamente richiederete degli “extra” non proprio convenzionali.

Erano queste le attività praticate in due centri-benessere, ambedue gestiti da cittadini cinesi ora indagati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, che i finanzieri del Comando Provinciale di Torino hanno messo sotto i sigilli al termine di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

Era già qualche tempo che i finanzieri torinesi stavano eseguendo degli appostamenti nei pressi dei due locali, ma la testimonianza diretta offerta da oltre una decina di avventori ha dato una svolta alle indagini mettendo in luce quale fosse la reale natura delle prestazioni offerte in quegli stessi centri-benessere da parte di ragazze cinesi, romene e italiane tutte giovanissime.

Il quadro probatorio delineato dagli investigatori ha così consentito di incriminare i due proprietari, nonché di sequestrare quei centri da loro gestiti presso le frequentatissime strade torinesi di corso Germano Sommeiler e di via Guido Reni.

Con questi ultimi due sequestri salgono così a quattro le case d’appuntamenti sequestrate dalla Guardia di Finanza nel capoluogo piemontese, sulla scorta di un filone d’inchiesta che le fiamme gialle avevano avviato alla fine del 2012.

Proprio per il precedente sequestro di centri “a luci rosse”, per il quale due sorelle cinesi erano finite agli arresti per sfruttamento della prostituzione, i finanzieri sono arrivati a quantificare il giro dei loro affari (stimato in circa 500.000 euro l’anno per singola attività), ed a denunciare ben 13 soggetti coinvolti, a vario titolo, nell’attività di riciclaggio dei proventi conseguiti nelle predette attività “hard” .