Trento, perquisizione in carcere: trovati telefoni cellulari in una cella

redazione

Movimentata perquisizione in carcere nella Casa circondariale di TRENTO. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto del carcere trentino trovando, in una cella, un telefono cellulare. A darne notizia è DONATO CAPECE, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE:“Nella serata di sabato, 31 agosto, con una brillante operazione del personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Trento in servizio nel turno serale, sono stati rinvenuti, all’interno di una cella, n.2 telefoni cellulari, abilmente occultati, con relativa scheda.Uno dei telefoni eraoccultato nelle parti intime ad undetenuto già recidivo per tali possessi non consentiti dal regolamento. Il detenuto durante le operazioni, vistosi scoperto, ha opposto resistenza durante le operazioni del personale e cagionato ad un poliziotto un vistoso ematoma sulla schiena, Nella serata, poi, sempre nella stessa cella è stato trovato un altrotelefono cellulare completo di sim card, all’altro detenuto rimasto li ubicato.Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rinnoviamo l’invito a dotare i Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”, aggiunge il leader nazionale del SAPPE.
“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Capece – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Trento”.Capece ricorda anche come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
Il SAPPE rinnova la richiesta di un incontro al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sollecito nuovamente il Ministro della Giustizia Bonafede a convocare un incontro sul tema delle carceri che, con il crescente sovraffollamento e l’elevato numero di eventi critici, stanno tornando incandescenti”, conclude Capece. “Bonafede è opportuno che incontri quanto prima chi rappresenta le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, che lavorano quotidianamente con grande stress e disagio nelle sovraffollate carceri italiane caratterizzate da costante violenza contro gli Agenti. Vorremmo che ci ascoltasse, che sentisse l’opinione di chi in galera ci lavora tutti i giorni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Magari potremmo dare il nostro contributo per risolvere le costanti criticità di un sistema carcerario che ha bisogno urgente di interventi, anche a tutela di chi lavora in prima linea come i poliziotti”.