Tutelare il Lupo: la sfida della Forestale

redazione
Nell’ambito dell’attività per la tutela della fauna selvatica, il Corpo forestale dello Stato si è trovato più volte ad intervenire per soccorrere o tutelare esemplari di Lupo (Canis lupus).  Lupi avvelenati, lupi investiti, lupi cacciati, una strage silenziosa che negli ultimi tempi sta interessando l’intero territorio italiano. Questi esemplari, da molte persone amati e da altrettante odiati,  negli ultimi decenni, dopo una fase di declino, si stanno lentamente espandendo sia numericamente che geograficamente e  ciò presenta delle criticità dal fenomeno del randagismo canino e dagli ibridi che minacciano l’integrità genetica, alle morti con bocconi avvelenati, per concludere con  i conflitti nelle popolazioni locali specialmente agli allevatori ed i cacciatori.
Per l’’ambiente naturale, la presenza di un lupo è un fatto positivo, in quanto stiamo parlando di una specie che da tanti anni appartiene alla fauna del nostro territorio. Occupando la cima di una catena alimentare, il lupo può diventare un ottimo indicatore per stimare il degrado di un ecosistema, infatti la sua sopravvivenza dipende dalle specie che si trovano alla base della catena alimentare.
Come è noto il Lupo è tutelato da molte norme, a partire dal 1979 con la Convenzione di Berna che inserisce questa specie nell’allegato di specie particolarmente protette, fino ad arrivare ad un regolamento comunitario relativo al commercio e detenzione di questa specie.
Ma la tutela del lupo non è rappresentata solo da leggi, infatti ci sono alcune strutture specializzate come “Centro del Lupo” a Popoli (Pe) ed il Centro del Cupone nel Parco della Sila (CS) gestite dalla Forestale, che si occupano di questa specie e che con il passare degli anni sono diventati importanti centri di riferimento.
La salvaguardia del lupo da parte del Corpo forestale dello Stato si attiva anche con un protocollo operativo per il ritrovamento di fauna morta con ipotesi di avvelenamento, e sull’ordinanza del Ministero della salute “Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche o di bocconi avvelenati”.   L’’amministrazione forestale, inoltre, sta promuovendo accordi con l’ISPRA e l’Università “la Sapienza” per elaborare delle linee guida finalizzate ad uniformare le procedure operative e a qualificare l’attività del personale chiamato ad operare. Infine è stato costituito un gruppo di lavoro che oltre a integrare le linee guida e supportare le attività del Corpo forestale dello Stato incentiva la partecipazione ai progetti LIFE+.