“In queste ore alcune unità di polizia penitenziaria in servizio alla Casa Circondariale di Verona Montorio si stanno sottoponendo ad accertamenti clinici per verificare l’insorgenza di eventuali casi di positività alla TBC. Una eventualità che speriamo possa essere scongiurata ma che, purtroppo, appartiene al novero delle ipotesi possibili”
Il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO, non nasconde la preoccupazione per l’evolversi della situazione sanitaria al carcere veronese che proprio la UIL aveva denunciato qualche giorno fa rendendo noto come in pochi giorni ben quattro detenuti fossero risultati affetti da TBC
“ Piuttosto che minimizzare o banalizzare il problema , come hanno fatto in tanti, era meglio attivarsi immediatamente per avviare le necessarie azioni di profilassi e di prevenzione. La possibilità che il contagio potesse riguardare anche il personale era un rischio da noi ben rilevato sin dal primo momento . Dalle prime indiscrezioni che filtrano dalla città scaligera pare che almeno tre agenti siano risultati positivi ai primi test. Qualora dovesse essere confermata la notizia del contagio ci si dovrà riferire, giocoforza, ad una epidemia in corso con tutte le conseguenze del caso. Speriamo che il Sindaco Tosi, il Prefetto, le Autorità sanitarie e la stessa Amministrazione Penitenziaria si attivino non solo con tempestività ma anche con efficacia.”
Il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari nella mattinata si è relazionato con il Capo del DAP, Ionta manifestando tutte le inquietudini del sindacato e le ansie che si registrano tra il personale
“ Ho ritenuto informare direttamente e per le vie brevi il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria su quanto stesse accadendo a Verona, ricevendo assicurazioni di un tempestivo intervento da parte del DAP. Purtroppo la questione sanitaria è un aspetto, spesso poco indagato, del dramma complessivo che attraversa il sistema carcere in Italia. A questo punto – sottolinea SARNO – vogliamo sperare che il Ministro Alfano, prima di dedicarsi alla sua nuova attività, possa essere determinato, come Maroni, a chiedere al Ministro Tremonti le risorse economiche per garantire la funzionalità del sistema penitenziario e impedire che lo stesso imploda nel volgere di alcune settimane. Pur consapevoli che non spetta al sindacato accertare le responsabilità, non possiamo esimerci dal rilevare che a Verona la gestione sanitaria della vicenda ingenera non poche perplessità. Le malattie infettive, con il degrado e la scarsa pulizia degli ambienti detentivi, rappresentano un rischio aggiuntivo alle già critiche condizioni strutturali dei nostri istituti penitenziari. Così come non può sottacersi la mancata fornitura degli strumenti di prevenzione al personale di polizia penitenziaria operante nelle sezioni detentive. Di mascherine e guanti in lattice, infatti, nemmeno l’ombra.”