In passato, ai team procurement non è stato concesso lo stesso accesso al processo decisionale strategico di altre funzioni. Oggi, questa situazione sta cambiando e i responsabili dell’area acquisti hanno maggiori possibilità di partecipare alla strategia e pianificazione aziendale a lungo termine.
In un ampio studio condotto da Economist Impact e promosso da SAP che ha coinvolto oltre 2.300 responsabili acquisti in diversi Paesi e settori fra gennaio e marzo 2024, è stato esaminato il ruolo crescente del procurement all’interno delle organizzazioni. Il rapporto rileva che diverse pressioni esterne hanno spinto verso una maggior collaborazione tra i team procurement e altre divisioni volta a generare nuovo valore per il business. Questo non solo sta migliorando il rapporto interfunzionale, ma sta anche posizionando gli acquisti come un’area chiave nella definizione e nell’esecuzione delle strategie dell’impresa.
“I risultati dell’indagine 2024 indicano inequivocabilmente un ruolo in espansione per gli acquisti nelle aziende e una migliore percezione della funzione come generatore di valore”, commenta Paolo Brida, Head of Intelligent Spend and Business Network, SAP Italia. “Gli intervistati citano gli effetti duraturi della pandemia, i tassi di inflazione e altre perturbazioni della catena di approvvigionamento alla base della crescente dipendenza dall’area acquisti. Investire in tecnologie innovative, come le soluzioni SAP Ariba Procurement, può aiutare a risolvere le priorità e a migliorare l’efficienza dei processi di approvvigionamento. Le soluzioni SAP includono inoltre nuove integrazioni e funzioni di intelligenza artificiale generativa per aiutare ad automatizzare e rendere più semplici i processi di acquisto”.
Collaborazione efficace con i Chief Operating Officer
Con le condizioni macroeconomiche in continua fluttuazione, i team di procurement fanno sempre più capo ai direttori operativi (COO) piuttosto che ai direttori finanziari (CFO), il che riflette l’espansione del campo di applicazione dell’area acquisti che va oltre la semplice riduzione dei costi e la gestione dei rischi operativi. Secondo l’indagine, il 75% degli intervistati concorda sul fatto che il procurement collabora efficacemente con il resto dell’organizzazione per realizzare la visione dell’azienda, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, con solo il 18% di persone fortemente d’accordo, c’è ancora spazio per migliorare la collaborazione e la creazione di valore da parte de team procurement. La buona notizia è che dall’indagine emerge che i responsabili di questa funzione si stanno concentrando sempre più sulla generazione di insight che si allineano con le esigenze dei diversi stakeholder per migliorare i risultati in tutta l’organizzazione.
L’AI come motore della digitalizzazione
L’AI ha dimostrato di poter aumentare l’efficienza in molti casi d’uso. Nell’ambito del procurement, l’AI e l’AI generativa possono ottimizzare la spesa, migliorare la gestione dei fornitori, creare opportunità di risparmio e consentire ai professionisti del procurement di concentrarsi sulle attività che hanno un impatto reale sul business.
I dati di Economist Impact indicano che l’AI è un motore significativo della trasformazione digitale. L’accelerazione della digitalizzazione è considerata la principale priorità per il procurement nei prossimi 12-18 mesi, con il 44% del campione che identifica l’AI come una tecnologia cruciale. Gli intervistati prevedono inoltre che l’AI apporterà miglioramenti significativi in due aree: l’automazione dei processi di approvvigionamento (48%) e una migliore guidance e ottimizzazione (45%).
“I Chief Procurement Officer (CPO) vedono un impatto diretto sui risultati di business grazie all’aumento degli investimenti in tecnologia. Tuttavia, per realizzare il valore dell’AI, i responsabili degli acquisti devono creare una roadmap per la gestione del cambiamento, adottare nuove modalità di lavoro e investire nello sviluppo di nuove competenze per le proprie persone”, spiega Paolo Brida.
L’impatto duraturo dell’inflazione
La gestione dei costi continua a essere una priorità assoluta nell’agenda della funzione procurement. Gli alti tassi di inflazione sono diventati una preoccupazione crescente, con il 49% dei manager che riporta l’incertezza monetaria come priorità principale rispetto ad altri rischi legati agli approvvigionamenti – un salto del 29% rispetto al 2023. Anche se i tassi di inflazione sono diminuiti, in generale i costi per i materiali e beni rimangono elevati. Non sorprende, poi, che il 71% degli intervistati identifichi i rischi macroeconomici come uno dei principali fattori esterni che influenzeranno le priorità strategiche delle loro organizzazioni nei prossimi 12-18 mesi.
È difficile prevedere quando e se le turbolenze economiche attuali si placheranno. Tuttavia, una volta che si attenueranno, i responsabili degli acquisti si aspettano di spostare la loro attenzione sulla gestione del rischio: il 40% indica infatti la diversificazione dei fornitori come priorità nei prossimi tre-cinque anni.
“In questo, la tecnologia può aiutare i team di approvvigionamento a identificare facilmente fonti alternative a cui rivolgersi, garantendo la resilienza della catena di fornitura e riducendo al minimo il rischio di interruzioni”, dichiara Paolo Brida.
L’acquirente sostenibile
Con l’aumento della pressione da parte degli stakeholder interni e delle autorità di regolamentazione affinché le aziende intervengano sulle questioni ambientali, i CPO stanno ponendo maggiore enfasi sulla sostenibilità. Il 70% dei manager afferma che la non conformità legale e normativa è un rischio esterno fondamentale. I team di procurement hanno risposto di conseguenza: il 32% degli intervistati indica la sostenibilità come priorità assoluta, con un aumento del 7% rispetto al 2023 e una focalizzazione elevata verso i temi di conformità.
La maggiore attenzione per l’ambiente, il sociale e la governance (ESG) ha avuto successo, dato che il 68% dei dirigenti si dichiara fiducioso sul fatto che i propri approvvigionamenti rispettino costantemente gli obiettivi ESG, che rappresenta un aumento del 21% rispetto all’analisi del 2023. Con l’adozione di misure di sostenibilità a lungo termine, i team di approvvigionamento possono fungere da modello per la conformità alle normative.