Un protocollo di legalità contro la mafia negli appalti

Paola Fusco

  Controlli più stringenti per gli appalti pubblici. Sono questi gli strumenti di prevenzione di un Protocollo di legalità, sottoscritto nei giorni scorsi tra la Prefettura e il Comune di Benevento, finalizzato a elevare il "livello di sicurezza del territorio, scongiurando il fenomeno di infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti, nelle pubbliche forniture e nel settore dell’edilizia privata a carattere speculativo". Il tema della sicurezza viene quindi affrontato a Benevento anche sul versante del contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’imprenditoria e nel mercato del lavoro, nella fase di aggiudicazione ed esecuzione di pubblici appalti e nell’acquisizione di risorse pubbliche. La Prefettura ha costituito un "Gruppo Interforze", del quale fanno parte i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, per lo svolgimento di verifiche e accertamenti sulle attività delle imprese aggiudicatarie di appalti, subappalti o affidatarie di servizi. Il Gruppo procede ad effettuare gli accertamenti ritenuti necessari sulle ditte e imprese, anche sotto il profilo della violazione del divieto dell’intestazione fiduciaria, garantendo un efficace scambio informativo utile per il rilascio delle informazioni antimafia. Con il Protocollo, la stazione appaltante potrà valutare con particolare attenzione la sussistenza delle condizioni di affidabilità morale del concorrente; il Comune inserirà nei bandi di gara le cosiddette clausole di autotutela, finalizzate a prevenire o limitare i fenomeni di devianza e di vulnerazione dei principi di concorrenza “sostanziale” e trasparenza. Il Comune prevede inoltre di inserire nei bandi l’obbligo di sottoscrizione di apposita dichiarazione di impegno – pena la decadenza dal contratto e dai benefici – a segnalare immediatamente alle Forze di Polizia ogni tentativo di estorsione, intimidazione o condizionamento di natura criminale, in qualunque forma esso si manifesti nei confronti dell’imprenditore, degli eventuali componenti la compagine sociale o dei loro familiari (richieste di tangenti, pressioni per indirizzare l’assunzione di personale o l’affidamento di subappalti a determinate imprese, danneggiamenti e furti di beni personali o in cantiere etc.). Il Prefetto, acquisite le informazioni da parte degli organi di polizia, potrà disporre mirati controlli presso le attività cantieristiche da parte di gruppi interforze e misti per verificare la eventuale sussistenza di situazioni di condizionamento mafioso o di violazione delle norme di legge in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori.