Una giornata al Parco della Legalità- A Villa Doria Pamphili la Polizia di Stato ha incontrato gli studenti

Si è tenuta questa mattina, nei giardini di Villa Doria Pamphili, “Una giornata al parco della legalità”. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi studenti, di varie fasce d’età, appartenenti ad alcuni degli istituti scolastici della Capitale che quest’anno hanno collaborato fattivamente nel progetto “Scuole Sicure”.
Il parco ha fatto da cornice ad una serie di spazi espositivi dedicati della Polizia di Stato e a numerose esibizioni, volte a far conoscere ai tanti ragazzi presenti il prezioso lavoro che quotidianamente svolgono le donne e gli uomini della Polizia di Stato.
Erano presenti le squadre cinofile, gli artificieri, gli atleti del Gruppo Fiamme Oro, la Fanfara a cavallo della Polizia di Stato, i mezzi e il personale del Reparto Mobile, della Polizia Scientifica, della Polizia Postale e della Polizia Stradale.
Non poteva mancare il Camper Rosa con la campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore” , con una squadra multidisciplinare di investigatori, medici, psicologi, operatrici della Squadra Mobile, della Squadra Volanti e della Divisione Anticrimine.
Nell’ambito della manifestazione, a bordo del truck “Una vita da social” sono intervenuti i ragazzi del teatro “Stabile dei giovani”, diretto da Ornella Cerro e Piermarco Venditti, che hanno tenuto uno spettacolo indirizzato a diverse fasce d’età, dal titolo ”Via d’uscita”, affrontando la delicata tematica del bullismo e del cyberbullismo.
Presenti Simona Izzo, Mariagrazia Cucinotta, Beppe Fiorello , Ricky Tognazzi e Ricky Memphis.
Il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha sottolineato l’importanza della vicinanza della divisa alle future generazioni e l’impegno profuso costantemente nelle scuole dai poliziotti per trasmettere l’importanza del rispetto delle regole.
“Essere vicini alla gente, questa è la cosa che amo della Polizia …la polizia un presidio di legalità, un punto di riferimento. Tanto più riusciremo ad intercettare i bisogni e le sofferenze degli altri, tanto più avremmo dato un senso al nostro lavoro” ha concluso Gabrielli.