Venezia, l’auto sul ponte "non è una ragazzata"

red

"La vicenda dell’auto che ha superato il ponte di Calatrava e percorso oltre 860 metri nel centro storico di Venezia, passando davanti alla stazione ferroviaria e parcheggiando dinanzi alla sede RAI, due rilevanti infrastrutture critiche, non può essere archiviata come una ragazzata o un semplice scherzo di Carnevale, ma dimostra una carenza nei sistemi di sicurezza in una città gioiello del patrimonio culturale e storico mondiale, che di per sé costituisce una infrastruttura critica al pari di altre città d’arte del nostro Paese". A sottolinearlo sono Silvio Fantin e Dario De Marchi, entrambi veneti, componenti il consiglio direttivo dell’Aiic-Associazione italiana esperti in infrastrutture critiche, organismo a carattere tecnico-scientifico che raccoglie i professionisti, docenti e ricercatori che si occupano della strategica protezione delle infrastrutture critiche del Paese. "Non è la prima volta che in questa città si registrano incursioni, a partire dal ‘tanko’ dei ‘Serenissimi’ che nel maggio 1997 sbarcò a piazza San Marco. Ma eventi come quello di questi giorni sono ancora più preoccupanti ed emblematici quando avvengono in concomitanza con l’acuirsi di tensioni geopolitiche internazionali, come i fatti della Libia e del mondo arabo", hanno detto Fantin e De Marchi precisando che "la vicenda è ancora più rilevante perché sarebbero incredibili le conseguenze se al posto di quattro festaioli ci fosse stato anche un solo vero malintenzionato, se non addirittura un terrorista".

I due rappresentanti dell’Aiic hanno aggiunto che "ciò che emerge è l’assenza di dissuasori fisici per queste incursioni e che le immagini delle telecamere non siano servite a far scattare l’immediato allarme, generato solo dalle telefonate dei cittadini. Mettere telecamere di sorveglianza e monitoraggio non può essere solo una moda o un banale espediente, ma ha lo scopo di fronteggiare e contrastare con il minor tempo di reazione possibile qualunque azione criminosa rivolta a danno del patrimonio pubblico e privato o che possa compromettere la sicurezza fisica della popolazione".