Venezia, violenza nelle celle del carcere di Santa Maria Maggiore per la sconsiderata intemperanza di un detenuto straniero. La protesta del SAPPE

redazione

Una protesta tanto stupida quanto ingiustificata è stata commessa oggi da un detenuto stranieri ristretto nel carcere Santa Maria Maggiore di Venezia. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che torna a lanciare l’allarme sulla recrudescenza di eventi critici e violenti nelle carceri del Paese.
Commenta Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del SAPPE: “Un detenuto straniero di origine maghrebina ha aggredito il personale di Polizia Penitenziaria durante un cambio di cella, scaraventando senza motivo uno sgabello nei confronti della Sorveglianza generale. Il detenuto pensava di essere stato scarcerato. Il collega ha riportato una ferita lacero contusa alla mano con sutura di 3 punti presso il Pronto soccorso veneziano. Ieri sera, sempre lo stesso detenuto, aveva sputato in faccia ad un altro Agente senza alcun motivo. Lo stesso è separato da tutti poichè violento e aggressivo. Quanto accaduto a Venezia evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto”.
“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno.”.
Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per il poliziotto penitenziario ferito a Santa Maria Maggiore, aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Non è un caso se, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati”.