Verona, ancora violenza nel carcere in nome di Allah

redazione

Ancora una giornata di autentica follia e violenza in un carcere italiano. Ieri, nel carcere di Verona, diversi Agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti gravemente feriti dopo le intemperanze di alcuni detenuti nordafricani, che posto in essere le aggressioni nel nome di Allah. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ricostruisce i fatti: “Prologo della giornata da incubo di ieri nel carcere di Verona è stata una rissa tra detenuti stranieri, albanesi da una parte e nordafricani dall’altra. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria intervenuti hanno sedato la rissa, ma sono stati aggrediti in nome di Allah dai nordafricani: tra loro, un marocchino noto per le idee integraliste e fondamentaliste, ma che è incredibilmente protagonista di costanti intemperanze durante la detenzione. L’attacco sferrato è stato micidiale, i detenuti volevano uccidere gli Agenti: non ci sono riusciti, per fortuna, ma cinque poliziotti penitenziari sono finiti in ospedale con prognosi di 25 giorni, 15 giorni, 10 giorni ed il più grave con il braccio rotto. A loro va tutta la solidarietà del SAPPE, ma è una vergogna che vi siano detenuti che credono di fare nelle carceri italiane quel che vogliono, complice anche una gestione assai precaria dell’ordine e della sicurezza interna da parte di Direttore e Comandante. Il SAPPE torna a denunciare la gravità della situazione in atto nelle carceri italiane nelle quali gli eventi critici si verificano con sconcertante periodicità”.
Capece denuncia il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri. “’E’ sintomatico”, spiega il leader nazionale dei Baschi Azzurri, “che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia’. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.
“Ed è grave ed inquietante che le violenze assurde ed inaccettabili contro la Polizia Penitenziaria di Verona siano state commesse in nome di Allah da parte di detenuti affascinati dal radicalismo integralista islamico”, aggiunge.
Il SAPPE chiede l’intervento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando per affrontare la questione penitenziaria: “Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 10 giorni un detenuto si uccide in cella: aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto”, aggiunge il leader del SAPPE, “sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. La vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione die detenuti ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Rinnoviamo l’invito al Guardasigilli affinchè sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i Sindacati per affrontare la questione penitenziaria, che è e rimane una emergenza. La Polizia Penitenziaria non è carne da macello!”.