Virus: anche i Mac possono "ammalarsi"

redazione

Kaspersky Lab annuncia la nuova versione della soluzione di sicurezza pensata per proteggere i dispositivi basati su OS X: Kaspersky Internet Security for Mac 15, integrata in Kaspersky Internet Security – Multi-Device e Kaspersky Total Security – Multi-Device. La nuova versione del prodotto offre agli utenti una protezione avanzata dalle frodi finanziarie online e dalle minacce del web, nonché opzioni aggiuntive per gestire le impostazioni di protezione.

Sebbene i cybercriminali preferiscano solitamente sistemi operativi più comuni come Windows e Android, dedicano parte della loro attenzione anche a OS X: a partire dai primi mesi del 2014, infatti, Kaspersky Lab ha registrato 2 mila nuovi file nocivi creati appositamente per questa piattaforma. Tra i file dannosi rilevati erano presenti Trojan creati per spiare gli utenti, raccogliere informazioni preziose, rubare denaro e persino in grado di criptare i file personali per poi richiedere un riscatto. Anche le minacce informatiche più comuni, come phishing o attacchi di rete, non sono legate solo a piattaforme specifiche ma rappresentano una minaccia per tutti gli utenti, senza alcuna distinzione.

“Negli ultimi quattro anni, il panorama delle minacce per sistemi Mac è significativamente cambiato: da casi isolati all’epidemia a livello mondiale causata dal worm Flashback che nel 2011 ha infettato 700.000 dispositivi Mac in tutto il mondo. Si è trattato di un momento critico, dopo il quale abbiamo riscontrato centinaia di nuovi programmi maligni per Mac ogni anno”, ha commentato Morten Lehn, Managing Director di Kaspersky Lab Italia. “Per questa ragione gli esperti di Kaspersky Lab studiano le minacce informatiche che colpiscono i diversi sistemi operativi e sviluppano le tecnologie per sconfiggerli. Ad esempio, Kaspersky Internet Security for Mac è stato progettato per proteggere la vita digitale degli utenti su tutti i fronti: protegge i dati personali, i file e il denaro senza provocare rallentamenti delle performance del sistema operativo”, conclude Morten Lehn.