Carabinieri: ne furono deportati 2500 nei lager nazisti

Paola Fusco

Per 60 anni gli archivi storici dell’Arma hanno gelosamente custodito in silenzio la memoria del concentramento e della cattura di circa 2.500 Carabinieri presenti a Roma e della loro deportazione nei campi di internamento militare. Su questa vicenda getta finalmente luce un libro di Anna Maria Casavola per le edizioni Studium: "7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti". I fatti risalgono appunto al 7 ottobre 1943, nove giorni prima della razzia nel ghetto di Roma e della deportazione di 1.024 ebrei. Questi 2500 militari costituivano un patrimonio di forza addestrata, di conoscenza investigativa e di capacità organizzativa di uomini che, per la loro lealtà istituzionale, non apparivano affidabili agli occupanti nazisti e ai loro collaborazionisti della Rsi. "Un potenziale – si legge nel libro – che, affiancato alla Resistenza, armata e non, del Fronte militare clandestino e dei partiti interni ed esterni al Comitato di liberazione nazionale, avrebbe reso difficilmente controllabile la Capitale". Grazie all’accesso a documenti non più secretati di archivi militari italiani, tedeschi e alleati e, soprattutto, a diari e testimonianze dirette di giovani allievi e maturi sottufficiali, ufficiali di carriera e militari volontari, il volume segue la vicenda da prima della cattura all’estenuante viaggio su carri ferroviari, all’internamento nei Lager e indaga sulle ragioni del rifiuto che – al pari degli altri 600.000 militari italiani – anche i Carabinieri provenienti da Roma (ma originari di ogni parte d’Italia) opposero alle lusinghe di chi li allettava ad arruolarsi nella Rsi e a entrare a far parte della Guardia nazionale repubblicana, di fatto sottoponendosi all’inquadramento e agli ordini della Milizia fascista e scegliendo di reprimere la rivolta di altri italiani contro l’occupante nazista. Il volume di Anna Maria Casavola affronta anche altri aspetti della partecipazione dei Carabinieri alla Resistenza, fatto corale e non di singoli.