Furto d’identità per un italiano su 4

Paola Fusco
Se al furto di portafogli e telefonini eravamo “vaccnati”, ora ci si deve difendere dai ladri di identità che colpiscono nascosti negli angoli telematici più oscuri della Rete, clonando carte di credito e bancomat, promettendo false vincite e regali via sms, spacciandosi nelle e-mail come banche o istituti di credito (il cosiddetto phishing), perfino rovistando tra i rifiuti alla ricerca di dati sensibili contenuti in buste gettate vie, bollette o altri documenti utili: a un italiano su 4 è già capitato di finire vittima della nuova frontiera delle frodi. È infatti del 26%, secondo quanto emerge da una ricerca condotta da Adiconsum in collaborazione con Fellowes-Leonardi, la percentuale di cittadini che sono rimasti coinvolti – direttamente o indirettamente attraverso familiari – dal fenomeno del furto di identità, reato che si concretizza ogni volta che un’informazione viene ottenuta in modo fraudolento da un criminale con l’intento di assumerne l’identità per compiere atti illeciti. La frode di identità può concretizzarsi nell’apertura di conti correnti bancari, nella richiesta di nuove carte di credito, nell’utilizzo dei dati personali della vittima per l’acquisto di beni, servizi o altri vantaggi finanziari. La ricerca è stata presentata da Silvia Landi (Adiconsum). Sono intervenuti tra gli altri Paolo Landi, segretario generale dell’associazione, Paolo Leonardi, amministratore delegato di Fellowes-Leonardi, il maresciallo Antonio D’Onofrio del Gat, il Nucleo speciale della Guardia di finanza contro le frodi telematiche e Nicola Fabiano, del centro giuridico Adiconsum. L’indagine ha coinvolto 1.325 consumatori; liberi professionisti e commercianti sono le categorie più esposte. Il 49% degli intervistati lascia memorizzate le proprie password sul pc, il 40% ancora non usa le carte prepagate per i propri acquisti online, il 55% del campione getta documenti contenenti dati sensibili senza prima distruggerli. Il 53% degli intervistati che hanno denunciato un furto d’identità ha dichiarato di aver recentemente smarrito carte d’identità o estratti di conto corrente. Nel 25% dei casi il reato si è configurato come una clonazione di bancomat o carte di credito, nel 28% dei casi i dati sono stati acquisiti tramite acquisti on line mai consegnati al destinatario. Il phishing, con le sue varianti più sofisticate del whaling (truffa mirata a figure di alto livello di strutture aziendali tramite posta elettronica) e dello spoofing, che consiste nel camuffare il mittente con il nome di un altro utente, ha colpito il 15% degli utenti, mentre il 29% delle vittime ha ricevuto addebiti per servizi o prodotti non richiesti.