Immigrazione: il sindaco di Lampedusa scrive a Maroni

Paola Fusco

Il centro di prima accoglienza, con una capienza massima di 762 posti “deve essere solo un avamposto da utilizzarsi in conformità e nel rispetto non solo delle norme giuridiche, ma anche di quelle della civiltà e della dignità dell’uomo”. È quanto scrive il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, nella lettera indirizzata al ministro degli Interni, con la quale diffida le Forze dell’ordine ad accompagnare nel Cpa i migranti soccorsi in mare. Nel centro al momento vi sono circa 2.000 persone, tra cui molte donne e bambini. “La gente è ammassata tra immondizia e urine, i bagni e le docce sono impraticabili – sostiene il primo cittadino, che assieme all’onorevole Angelo Alessandri, Lega Nord, ha ispezionato la struttura.  “È evidente – scrive De Rubeis – che non vengono garantiti non solo quegli standard di vivibilità per un’accoglienza dignitosa e civile, ma anche la sicurezza e la pubblica incolumità sia degli extracomunitari che della popolazione (residenti e turisti). Nell’isola vi è la grande preoccupazione – prosegue – che la situazione possa sfuggire di mano. I numeri che oggi si registrano ci obbligano a invitare e diffidare a non trasferire più un solo uomo o una sola donna, e meno che mai un bambino, in questa struttura, e a garantire un ponte aereo o con qualunque altro mezzo di trasporto, da utilizzarsi in via esclusiva, il trasferimento di questi esseri umani’. Il record di migranti nel Cpa di Lampedusa e i continui sbarchi sull’isola (solo oggi sono più di 300 i clandestini arrivati), per il sindaco dimostrano che la scelta della linea dura contro l’immigrazione irregolare è quella giusta. Ma ad essere presa d’assalto non è solo la maggiore delle Pelagie: dopo il maxisbarco di ieri, con 249 persone arrivate sulle coste siracusane, oggi un barcone con 49 migranti è stato soccorso a 30 miglia a sud di Capo Passero, l’estremo lembo meridionale della Sicilia.